Da Facebook al primo libro di raccolta “Se avessi le ali”. Lasciata la corsia degli ospedali il chirurgo cegliese ha potuto dedicarsi all’antica passione tenuta per anni in un cassetto
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di Damiano Leo
Ceglie Messapica, terra di artisti, oltre che di gastronomia, si è appena arricchita di un altro poeta.
Cosimo Caliandro, nato in questa nostra cittadina il 7 ottobre del 1956 e residente a Bari dal tempo della laurea in Medicina, dopo un’intera vita trascorsa tra corsie di ospedali e policlinici, è approdato alla poesia, a partire dal gennaio 2024. Dando subito alle stampe la sua prima silloge intitolata: Se avessi le ali.
Cosimo Caliandro ha conseguito, con il massimo dei voti, la Maturità classica nel 1975. Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bari sempre con il massimo dei voti, nel 1981, quando aveva appena 25 anni. Cinque anni dopo si specializza in Chirurgia Generale con il professor Ferdinando Prete.
Caliandro è stato da subito Dirigente medico presso i Pronto soccorso di Modugno, Bari San Paolo e Policlinico barese. Quindi Dirigente medico in Chirurgia oncologica presso l’Istituto oncologico “Giovanni Paolo II”, del nostro capoluogo. Il primo marzo del 2019 ha appeso il camice bianco al chiodo della quiescenza, dedicandosi, qualche anno dopo, alla sua seconda passione tenuta nel cassetto per anni: la poesia.
La sua prima produzione poetica, esplosa con impeto e calda passione, come un pallone tenuto sott’acqua e liberato di colpo, è schizzata in alto, munita delle ali del novello poeta. Un nuovo poeta che sa scrivere in modo chiaro e ben comprensibile da parte di chi, io mi auguro che saranno in tanti, avranno la ventura di avere tra le mani le prime ventisei liriche nate dal cuore, dalla mente e dalla penna di un nostro stimato dottore.
Il poeta Caliandro, per condividere e dare spazio ai tanti che amano l’arte di scrivere in versi, da qualche mese tiene una sua pagina Facebook, con cadenza domenicale, nella quale posta una sua nuova poesia a tema, ogni settimana sempre nuovo, invitando tutti acommentare liberamente e, magari, a regalare altre poesie sul tema indicato. Mimino – come lo abbiamo sempre chiamato noi che con lui abbiamo condiviso le nostre esistenze – vuole così renderci partecipi della sua squisita sensibilità, creando una possibile fucina di arte poetica.
Mimino, le ali ora le hai, vola alto!