26 Dicembre 2024

In quattro anni 550 abitanti in meno

Piazza Plebiscito a Ceglie Messapica, praticamente deserta la sera
Piazza Plebiscito a Ceglie Messapica, praticamente deserta la sera

Secondo i dati Istat la popolazione di Ceglie Messapica è scesa a 18.523 residenti. Un problema di decremento demografico, ma soprattutto di scelte politiche e mancanza di programmazione. E così si va via: l’esodo silenzioso dei più giovani

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di Jacopo Urso

Partire e restare sono i due poli della storia dell’umanità. Al diritto a migrare corrisponde il diritto a restare, edificando un altro senso dei luoghi e di se stessi. Restanza significa sentirsi ancorati e insieme spaesati in un luogo da proteggere e nel contempo da rigenerare radicalmente.”

Con questa frase l’Antropologo Vito Teti introduce alla lettura del suo libro “La restanza”, attenzione però questa non viene posta in esergo, bensì sulla copertina, è un avvertimento forte e cubitale, uno sguardo diretto alla drammatica situazione che colpisce drammaticamente i comuni del Sud Italia.

Il 7 Novembre l’Istat (Istituto nazionale di statistica) ha pubblicato i dati provvisori demografici per il mese di Agosto 2024:

 Agosto 2024: 18.523 unità                                                                           

 Agosto 2020: 19.087 unità

La riflessione si fonda su un tema che ha portata nazionale, un tema come quello dell’emigrazione dal Sud che risale agli albori della Questione Meridionale, vuole essere una  riflessione sulla denatalità, ma vuole essere anche più, una presa di coscienza sulla drammaticità della situazione.

Sarebbe necessario chiedersi cosa sta offrendo Ceglie Messapica ai giovani, cosa la nostra terra possa donare a chi dovesse scegliere di restare; sempre più ci troviamo dinanzi ad una cruda realtà, difatti restare è diventato un martirio. Questa idea di provincialità, di determinismo, questo beffardo ideale dell’ostrica completamente obsoleto e non in linea con i tempi e con la nostra società contemporanea.

Ma allora perché i giovani cegliesi dovrebbero rimane a Ceglie? Son sicuro che loro avrebbero molto da offrire, sarebbero i semi della rinascita, sarebbero il vento che spazza via un eterna gerontocrazia, la linfa di una nuova comunità pronta a scongiurare gli errori e orrori di un passato che ha segnato profondamente la nostra città.

Invece troppo spesso nella politica locale, da decenni, vige la regola dell’imprenditoria, basata sull’egoismo, e non quella della politica, basata sullo scontro dialettico degli individui; si programma il presente ma lo si fa troppo tardi, sarebbe il caso non più di programmare bensì di costruire il futuro, lo si deve alla città e lo si deve ai giovani, che visti sotto un’attenta lente sono la stessa cosa.

La situazione appare drammatica, qui a Ceglie più che nei paesi limitrofi, basti pensare che nel 2005 a fronte di 190 nascituri si erano registrate 235 morti, con un saldo naturale di -45. Nel 2023 a fronte di 145 nascituri si sono registrate 269 morti, con un saldo naturale di -124.

Oltre alla denatalità e all’età media elevata che porta ad un crescente numero di decessi va considerata anche la questione dell’emigrazione; considerati soli i dati dal 2020 al 2024 emerge come la variazione di popolazione sia di 625 unità.

1° gennaio 2020: 19.241 abitanti

1° gennaio 2024: 18.616 abitanti

Secondo i dati e le previsioni Istat al 1° gennaio 2028 la popolazione equivarrà a circa 17.900 unità, il che ai miei occhi si prospetta drammatico, per la comunità e per la nostra cultura, per i giovani…

Rinnoverei la domanda in seguito alle evidenze:

Cosa può offrirci ad ora la nostra città?

Come si può contrastare in parte questo inesorabile esodo?

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