26 Dicembre 2024

Dalla Chiesa un aiuto ai più giovani

Ceglie Messapica inaugurazione Centro I-Care
Il vescovo Vincenzo Pisanello all'inaugurazione del Centro I-Care di Ceglie Messapica

Sarà presto operativo il Centro I-Care inaugurato dal vescovo Pisanello. Psicologi e assistenti sociali impegnati a Ceglie Messapica, Francavilla Fontana e Villa Castelli per essere più vicini alle problematiche dei ragazzi tra 11 e 17 anni

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di Luca Dipresa

Il Centro I-Care di Ceglie Messapica, in via Malta, inizierà a breve ad attuare le attività programmate. Il Centro, che comprende l’intero Vicariato di Francavilla Fontana, Ceglie Messapica e Villa Castelli venne inaugurato a giugno scorso dal Vescovo di Oria, Mons. Vincenzo Pisanello. Nei giorni scorsi il Vicario Foraneo, don Domenico Carenza, coadiuvato dalla psicologa e psicoterapeuta, Paola Colucci, ha incontrato gli assistenti sociali di Ceglie Messapica (Chiara Faita, Ornella Demitri, Luigina Scarafile) di Francavilla Fontana (Serena Gorga)  e di Villa Castelli (Valentina Dimichele).

“Il centro I-care – sottolinea don Domenico Carenza -, la cui denominazione è tratta dallo slogan di Don Lorenzo Milani, il cui significato è “Tu mi stai a cuore”, nasce da una esigenza della Diocesi di Oria, nella persona del Vescovo Mons. Vincenzo Pisanello, che ha fortemente voluto la suddetta Opera non solo per Ceglie ma anche per gli altri due vicariati della diocesi i quali hanno preso a cuore altri bisogni del territorio stesso”.

 E così prosegue: “Le Opere-segno, vogliono esprimere concretamente, la presenza tangibile di una Chiesa che immediatamente, si fa prossima alle esigenze di tutti, non solo di credenti e praticanti, ma di chiunque ne abbia bisogno”. Ogni vicariato ha realizzato una proposta e il nostro, comprendente Ceglie Messapica, Francavilla Fontana e Villa Castelli, ha scelto di indirizzare la somma messa a disposizione dalla diocesi verso questo centro volto alla promozione del benessere giovanile.

 Il centro è indirizzato ai ragazzi dagli 11 ai 17 anni, una fascia molto particolare, con tante problematiche annesse, quali paure invalidanti, depressioni, atti autolesivi, disturbi alimentari, affettivi e sessuali.  “Oltre che per i ragazzi – a parlare è sempre don Domenico -, per i quali sono previste anche attività di gruppo, il centro si prefigge come obiettivo quello di essere di aiuto e supporto ai genitori di questi ragazzi, spesso lasciati soli e che, con questo centro, potranno ricevere le informazioni necessarie per superare questi momenti.

In seconda istanza, si sta pensando inoltre a degli incontri di formazione rivolti anche ai docenti, che desiderano implicarsi in un percorso di ripensamento e sviluppo del loro ruolo educativo e non solo”. L’incontro dunque con gli assistenti sociali è stato improntato sul fornire queste informazioni da parte di don Domenico Carenza, che ha illustrato unitamente alla dottoressa Colucci.

Le finalità, facendo particolare rilievo sulla necessità di fare cordata comune da parte anche delle varie realtà sociali dei tre comuni interessati al fine di garantire negli anni la presenza di un servizio che può rappresentare un’opportunità di soluzione per problemi che sono sempre più presenti nella vita dei nostri ragazzi e giovani nella logica della Continuità.  Tutti sono convenuti sul fatto che un centro quale I-CARE possa essere una risorsa davvero importante, che va sostenuta e che, lavorando in rete con i comuni, può diventare un punto di riferimento per tutte quelle realtà, esistenti nelle nostre città. Si è discusso, infatti, sulle tante problematiche presenti all’interno dei nostri territori e che un supporto, come quello offerto da I-CARE può essere solo da stimolo, vista anche la collocazione del centro, in una via non principale, che favorisca una maggiore privacy.

L’ambiente familiare tipico di una casa e non quello ambulatoriale, come spesso si immagina, un centro di supporto psicologico che possa favorire la fiducia da parte dei fruitori.

Proprio per questo si è scelto di considerare una casa, affinché chi vi entra non abbia la percezione di essere in uno studio medico, quanto quello di sentirsi soprattutto a casa arredata appunto con tutto ciò che deve avere e tra queste anche la possibilità di poter passare da un ascolto personale come prima istanza ad un lavoro e inserimento in un tessuto relazionale, che abbia le caratteristiche di una piccola famiglia pronta ad aiutare.

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