26 Dicembre 2024

Francesco Piccoli, il maestro per la vita

Gruppo di docenti di Ceglie negli anni Cinquanta e Sessanta
Gruppo di docenti di Ceglie negli anni Cinquanta e Sessanta

Tre alunni ricordano gli insegnamenti, l’estro, la curiosità e la sperimentazione di un docente che avrebbe segnato loro e centinaia di ragazzi cegliesi. Dalla fotografia innovativa ai festival canori le esperienze che si aggiungevano ad una didattica coinvolgente e partecipata

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di Cosimo Elia, Domenico Biondi, Domenico Strada

Nell’iter educativo di ognuno di noi, c’è una figura che emerge per aver inciso in maniera particolare nella formazione della personalità e nella selezione degli interessi sociali e culturali che ti accompagnano evolvendosi per tutti la vita. Per noi, autori di questo documento, e per altre decine di cegliesi, questo importante ruolo va certamente attribuito al maestro Francesco Piccoli (1922 – 1996), e quindi, è doveroso ricordarlo.

Il maestro Francesco Piccoli

Oltre che da una sottile autoironia, era animato da tante passioni  quali la pittura, la musica, il canto, la storia patria,  la fotografia sperimentale che ha cercato di trasfondere nei suoi alunni, sostenendo le naturali inclinazioni, oltre i normali programmi scolastici comunque sempre approfonditi. Giungeva in classe con passo austero con sotto il braccio l’immancabile quotidiano “Il Tempo” e, come prassi di rispetto, ci si alzava tutti in piedi. Non vi era una giornata uguale alle altre; vi era sempre qualcosa di nuovo. Molto attento all’italiano, che per noi era la seconda lingua, insisteva molto sulla coniugazione dei verbi; aveva predisposto una sorta di mazzo di carte con su ognuna di esse i vari modi e tempi. Scelto il verbo all’infinito, di solito da un articolo del quotidiano, veniva sorteggiata una carta per ognuno di noi che doveva coniugare all’impronta il verbo.

Per la geografia memorabile la carta “muta” dell’Europa appesa in classe; a turno bisognava scorrerla indicando man mano i golfi, le penisole, i mari gli stati da essi bagnati. E’ vivo ancora il ricordo delle “passeggiate” lungo i resti delle mura messapiche con la sua descrizione della loro grandezza e funzione.

Scolari del maestro Piccoli impegnati nel 1970 al Festival canoro dell’Usignolo, che si teneva nel cortile interno di Don Guanella

Promotore del festival canoro dell’Usignolo, ha composto e musicato varie canzoni. Fra queste, cantata nel 1970 proprio da noi alunni della sua classe, ve n’è una che a rileggerne ora il testo, rende bene l’idea di come fosse avveniristica: titolo “la valvola termoionica” … «con la valvola termoionica son venute la radio e la Tv; con il progresso dell’elettronica vuoi sapere che c’è di più?; è arrivata la cibernetica e l’aiuto dei robot; la verità ora vi dirò; c’era una volta un re tremendo che temendo della servitù volle chiamar questi ad una gran festa e collegò tutti alla sua testa».

Ecco!! Forse l’impronta più importante che ci ha lasciato è il valore della libertà e dell’autonomia ed indipendenza nelle valutazioni.

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1 commento su “Francesco Piccoli, il maestro per la vita”
  1. Tra la felicità e l’emozione del ricordo, con gli occhi visibilmente illuminati da gioie e dolori nell’arduo tentativo di rimanere super partes ci è fatto obbligo e immenso piacere ringraziare Cosimo Elia, Domenico Biondi e Domenico Strada per questo articolo su Nostro Padre! Si sa, per i figli è facile portare ricordi di felicità e di amore verso i propri cari ma, le parole di questi Concittadini AMICI cari che sempre hanno visto in nostro padre qualcosa in più, rappresentano non solo l’orgoglio dei figli ma soprattutto la prova tangibile che esiste ancora un mondo fatto di sentimenti di affetti e di poesia …………… Un mondo che vediamo bellissimo e “colorato” , purtroppo , solo in queste bellissime di altri tempi dove, neanche il grigio del bianco e nero riesce ad offuscare l’animo le virtù le gioie ed il senso stesso della vita che fu ……………….. Ciao Pà manchi ……Tanto
    Grazie , grazie di cuore !

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