5 Febbraio 2025

Tre proposte per la sicurezza

Il teatro e la chiesa di San Rocco con la cupola ingabbiata per i lavori di riqualificazione
Il teatro e la chiesa di San Rocco con la cupola ingabbiata per i lavori di riqualificazione

Una città più decorosa e con meno rischi è possibile. Le idee per riqualificare alcune aree: il triangolo Teatro-San Rocco-Monumento ai Caduti, la minaccia dello slargo dinanzi la chiesa di San Lorenzo e il muro intorno al complesso delle suore Domenicane

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di Damiano Leo

Ceglie Messapica può essere più sicura e più decorosa con qualche piccolo ma importante intervento.

Tre sono le zone che voglio prendere in considerazione a mo’ d’esempio, perché sarebbero molte di più, se solo lo volesse la pubblica amministrazione, gli Enti, civili e religiosi, che insistono sul territorio ed anche, perché no, i comuni cittadini che vivono in questa città.

La facciata restaurata della chiesa di San Rocco

Comincio con largo San Rocco. Bisognerebbe offrire un’immagine d’insieme con il teatro comunale, piccolo gioiello che avrebbe già bisogno di restauro, poiché si notano infiltrazioni d’acqua; l’area che ospita il monumento ai Caduti, mancante dell’elmo sottratto nottetempo da ignoti malfattori; la ottocentesca chiesa di San Rocco, ora più che mai giacché  l’intera facciata è stata appena riconsegnata al suo antico splendore e presto, se si continua a collaborare nel reperimento delle somme mancanti, riavremo l’intero sacro edificio così come ce lo hanno consegnato i nostri padri. Bisognerebbe rendere pedonale il breve tratto di strada pavimentandolo, a prolungamento del sagrato, fino al marciapiede frontale della villa. Per fare ciò il traffico veicolare, per chi entra in città proveniente  da via Martina, deve essere obbligato a proseguire dritto per via San Rocco, direzione piazza S. Antonio. Escludere il lato sinistro della villa, guardando la chiesa, dal passaggio delle auto. Ciò garantirebbe la sicurezza dei pedoni e dei fedeli che si recano alle varie funzioni religiose, in primis i bambini e i giovani, che ogni sabato e ogni domenica frequentano le opere parrocchiali o partecipano alla santa messa domenicale.

Per offrire l’intero colpo d’occhio delle tre strutture, ma in particolare l’insieme di chiesa e teatro, si potrebbe addirittura pensare di espiantare tutti gli alberi di alto fusto, che tra l’altro, come era già successo molti anni fa con i mastodontici pini, stanno dissestando tutto il marciapiedi e presto le radici insidieranno anche le case del circondario. Lo stesso numero di alberi si potrebbe mettere a dimora in altri slarghi della città. La villa, così facendo, si potrebbe arricchire di sola bassa vegetazione, fiori e prato. Con l’aggiunta di un paio di tavoli in pietra con relative sedute, per gli anziani che lì potrebbero intrattenersi giocando a carte o leggendo un buon libro, come già fanno ma facendo salti mortali sulle poche panchine in ferro, o sui bordi di marmo del monumento ai caduti. Per la sicurezza dei fedeli, bisognerebbe anche creare un vero e proprio marciapiedi lungo tutto il lato sinistro della chiesa, dove già è stato fatto un timido tentativo con la segnaletica orizzontale, tracciando una linea bianca, larga più o meno un metro, riservata ai pedoni.

La chiesa di San Lorenzo e le strade che la inglobano

Passo adesso allo slargo della chiesa di San Lorenzo da Brindisi. Qui la zona per i pedoni o i fedeli che devono entrare o uscire dalla chiesa è di gran lunga pericolosa. E non è escluso che, purtroppo, prima o poi, succerà l’irreparabile. Il tratto di strada che corre da via San Lorenzo da Brindisi e va verso le grotte di Montevicoli, anche in considerazione della sua larghezza, invita le automobili e le moto a correre come non si potrebbe. Urge, quindi, rendere quel tratto di strada pedonale, deviando il traffico per via Vito Liberato Ciniero e via Matera. Lo spazio antistante la chiesa si potrebbe pavimentare, raccordandolo al sagrato, e arricchirlo con fioriere e panchine. Con poco si salvaguarderebbe la sicurezza pedonale e si darebbe più slancio e visibilità al sacro edificio.

La chiesa delle suore domenicane di san Sisto Vecchio

Veniamo ora al terzo sito, forse quello più difficile da sistemare, giacché occorrerebbe il consenso dei privati e della Curia. Si tratta della chiesa delle suore domenicane di san Sisto Vecchio, nei pressi della villa Cento Pini (ora ridotta a “villa Trenta Tronchi”, per un’incauta potatura). Per una migliore fruizione della bella chiesa bisognerebbe eliminare il muretto del giardino, realizzando, così, una piazzetta accessibile a tutti e capace di dare il giusto spazio al prospetto della chiesa, ora poco visibile e poco frequentata. Qualche tempo fa sono stati eliminati gli eucalipti che avevano reso impraticabile via Mancini, l’arteria che corre lungo il muretto di cui sto scrivendo. Anche qui, ottenuto nuovo spazio, si potrebbe mettere a dimora un tappeto di verde e fiori.

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