5 Febbraio 2025

L’orrore svelato a Norimberga

Il processo di Norimberga, celebrato nella città tedesca dal 20 novembre del ’45 al primo ottobre del ‘46
Il processo di Norimberga, celebrato nella città tedesca dal 20 novembre del ’45 al primo ottobre del '46

Nella città dove furono emanate le leggi antisemite si tennero i processi che consegnarono alla storia i terribili crimini contro gli ebrei e contro l’Umanità. Subito dopo la guerra il mondo stentava a credere alle atrocità della Shoah, svelata dai libri e condannata nell’aula di tribunale voluta da Churchill, Roosevelt e Stalin. Cancellate durante il “Regno del Sud” a Brindisi le leggi razziali volute da Mussolini nel 1938

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di Augusto Conte

 Il 15 settembre 1935 nella Germania nazista furono emanate le leggi antisemite e razziste a Norimberga; in questa città, per ragioni simboliche e logistiche, dal 20 novembre 1945 all’1 ottobre1946 furono celebrati i processi ai criminali nazisti indetti l’11 novembre 943 da Churchill, Roosevelt e Stalin.

 Le leggi razziali furono introdotte a difesa della razza ariana che fu ispirata ai popoli di origine indoeuropea di lingua sanscrita, nella quale il termine ariya’ significava l’uomo nobile e puro, e, con una confusione tra lingua e razza, fu ritenuto che i discendenti fossero da preservare da contaminazioni degli ebrei (semiti, discendenti di Sem) non ritenuti di origini indoeuropea.

 Dalla tradizione sanscrita fu mutuata la svastica (svasti, benessere, prosperità).

 In Italia il Regime fascista emanò una serie di leggi razziali, che relegavano gli ebrei nei ghetti e li emarginavano dagli impieghi, dalle Scuole, dai matrimoni con ariani, escludendoli dall’insegnamento: una sorta di “morte civile” (pena abrogata secoli prima).

 La più rilevante fu la Legge 17.11.1938, n. 1728, ispirata dal famigerato Manifesto della Razza sottoscritto da dieci scienziati, che proclamava la esistenza della “razza italiana”, e la dichiarazione degli italiani come “razzisti”.

 In attuazione delle leggi iniziarono i rastrellamenti di ebrei, di indesiderabili, di avversari politici e di diversi per avviarli ai campi di sterminio, i lager: si ripeteva quello che nel Sesto Secolo a. C. era accaduto agli Ebrei deportati come schiavi dai Babilonesi (che ispirò a Verdi il Nabucco è il celebre coro, …va, pensiero…); la diaspora rese gli Ebrei nomadi (gli Egiziani li definivano “coloro che transitano”).

 I sopravvissuti ai lager non diffusero per molti anni le atrocità subite, per pudore, perché non credibili e non ascoltati; la Shoah fu rivelata dai libri (Se questo è un uomo, di Primo Levi), da famiglie che avevano nascosto i perseguitati: ma furono i processi di Norimberga a rivelare la “soluzione finale” con l’esistenza delle camere a gas, indetti dal Tribunale militare internazionale (che processò i politici) e dal Tribunale militare di Norimberga in numero di dodici, con condanne a morte di trentasei responsabili degli eccidi; quest’ultimo Tribunale processò, tra gli altri, i militari delle SS; i dirigenti della Krupp; i giudici; i medici (che effettuavano esperimenti, anche con veleni, su bambini): tranne il dott. Mengele, dottor “morte” che fuggì e non fu mai rintracciato, al contrario di Eichmann che fu “sequestrato” in Argentina nel 1960.

 La cattura di Eichmann fu “tollerata” dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dopo un appassionato discorso di Golda Meir che mise a confronto l’”illegalità” della cattura e la legittimità del processo in Gerusalemme (al termine del quale Eichmann fu impiccato nel 1962) con i crimini commessi.

 L’accusa per lui, come per gli altri, consisteva nella cospirazione per commettere crimini contro la pace; aver pianificato e intrapreso guerre di aggressione; crimini di guerra; crimini contro l’Umanità.

 Le eccezioni di “irretroattività” delle contestazioni, della composizione dei Tribunali dei vincitori e, nel merito, di avere ubbidito a comandi non discutibili, furono tutte rigettate. Non fu processato Hitler, suicidatosi; in Italia non furono celebrati processi perché gli alti gerarchi furono tutti uccisi, compreso Mussolini, determinando la fine della Repubblica Sociale di Salò.

 Le leggi razziali furono abrogate nel “Regno del Sud” in Brindisi capitale dal settembre 1943 al febbraio 1944, con Regio Decreto Legge 20.1.1944, n. 25 dal Comando Supremo dal Re Vittorio Emanuele controfirmato dal Primo Ministro e Guardasigilli Badoglio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale-Serie speciale del 9.2.1944, n. 5.

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Augusto Conte, di Ceglie Messapica, avvocato e saggista di Storia del Diritto, di Ordinamento e Deontologia forense, di Retorica forense. Dal 2001 al 2011 è stato presidente dell’Ordine degli Avvocati della provincia di Brindisi; Toga d’oro 2015 per il mezzo secolo di professione. Autore di numerosi libri, per conto della “Edizioni Grifo” di Lecce ha pubblicato undici volumi su materie legate alla Giustizia.

Ha redatto la storia della Camera Penale di Brindisi, per il sito Internet della Camera Penale, e la storia dell’Ordine Forense di Brindisi, per il sito Internet del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Brindisi.

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