L’incredibile storia di due famiglie invitate nella Prefettura umbra per ricevere la Medaglia d’Onore concessa ai loro congiunti. Sono Vincenzo Lagamba e Michele Annese, zio dell’ex sindaco scomparso: soldati nati a Ceglie Messapica e deportati in Germania dopo l’Armistizio. Durante la cerimonia i parenti scoprono le comuni origini
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di Domenico Strada
Il 27 gennaio scorso presso la Prefettura di Perugia, in occasione della “Giornata della Memoria” e della contestuale consegna da parte del prefetto Armando Gradone della Medaglia d’Onore concessa dal Presidente della Repubblica ai parenti degli internati nei campi nazisti 1943-45, si sono incrociate le storie di due militari nati a Ceglie Messapica entrambi dei reparti di Sanità, catturati dai tedeschi dopo pochi giorni dall’annuncio dell’Armistizio, deportati nei campi di lavoro coatto in Germania, sopravvissuti a condizioni indicibili e rientrati in Italia dopo la loro liberazione nell’estate del 1945.
Si tratta di Vincenzo Lagamba, nato il 1° marzo 1913, deceduto a Manduria (Taranto) il 31 agosto 1986, e di Michele Annese, nato il 21 settembre 1916 e deceduto il 21 febbraio 1993. Le due decorazioni sono state ricevute da Anna Federica Mancuso, originaria di Manduria, ma residente a Perugia, nipote di Vincenzo Lagamba, e da Eleonora Annese, originaria di Roma ma residente a Città di Castello (Perugia), figlia di Michele Annese, zio di Mario Annese, noto in paese a Ceglie per aver ricoperto gli incarichi di assessore regionale della Puglia e presidente del consiglio regionale, nonché di sindaco.
Vincenzo Lagamba, che a 5 anni e già orfano a seguito della morte del padre Giuseppe, fante della 1^ guerra mondiale, avvenuta il il 30 giugno1917 per le gravi ferite riportate in combattimento, il 20 maggio 1942, in una nuova guerra, viene assegnato alla 9^ compagnia di sanità e destinato a Rodi nell’Egeo, dove viene catturato il 9 settembre 1943 per essere tradotto dello Stalag IV B di Muhlberg. Gli sarà assegnato il numero di matricola 277503, e al costo di umiliazioni e sofferenze incredibili, riuscirà a sopravvivere ed a rientrare in Italia il 3 luglio1945. La nipote Federica ricorda che il nonno non aveva mai voluto raccontare quello che gli era successo.
Michele Annese è invece assegnato alla 44^ sezione di Sanità della Divisione Acqui, gloriosa unità’ che, dislocata a Cefalonia, si oppone combattendo alla proditoria richiesta tedesca di consegnare le armi all’indomani dell’armistizio con gli alleati dell’8 settembre1943, subendo una rabbiosa rappresaglia disposta direttamente da Hitler con fucilazioni di massa, dopo essersi arresa perchè rimasta isolata e senza munizioni.
Michele Annese, uno dei sopravvissuti, viene catturato il 24 settembre 1943 e trasferito nello Stalag XI B nella Bassa Sassonia ove gli verrà assegnato il numero di matricola 6001. Anch’egli, come Vincenzo Lagamba e tanti altri internati, rifiuterà di aderire al RSI di Mussolini, subendo maltrattamenti e condizioni di lavoro inumane, riuscendo a sopravvivere e a rientrare a casa solo nel settembre 1945.
La concessione della Medaglia d’Onore costituisce un riconoscimento morale ai tanti nostri soldati che con la loro sofferenza e il senso dell’onore, hanno contribuito alla Guerra di Liberazione. Per Ceglie I nomi di Vincenzo Lagamba e di Michele Annese vanno ad aggiungersi a quelli di Antonio Mastantuono e di Arcangelo Pepe, che sono stati già insigniti dell’onorificenza. Sono circa 120 gli altri militari cegliesi in nome dei quali può essere richiesta la Medaglia d’Onore dai loro parenti.
L’associazione Unitre diretta dal preside Piero Maggiore, nell’ambito del proprio programma culturale, si è fatta promotrice di una campagna di sensibilizzazione sul tema offrendo anche assistenza pratica per le modalità di predisposizione dell’istanza.