Dopo le offese sessiste i sei rappresentanti dell’opposizione hanno chiesto un passo indietro a Lacala, loro collega di maggioranza, “perché non più consono a ricoprire tale ruolo istituzionale”. Il primo cittadino si scusa con Giusi Resta e con tutta la città: “Abbassare i toni e riportare il dibattito nei normali canoni di convivenza”
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di Luca Dipresa
Come avevamo preannunciato, i consiglieri comunali di opposizione – Isabella Vitale, Giovanni Gianfreda, Giuseppe Argentiero, Pietro Piccoli, Pasquale Santoro e Giusy Resta – hanno presentato la mozione per la richiesta di dimissioni del consigliere Domenico Lacala, autore del commento a microfono aperto, durante i lavori del consiglio comunale dello scorso 28 gennaio a Ceglie Messapica.
La mozione è stata indirizzata al sindaco Angelo Palmisano, al Presidente del Consiglio Comunale Nicola Ricci, al Segretario Comunale, ai componenti della Giunta e del Consiglio Comunale. Mozione di sfiducia che reca la seguente motivazione “il consigliere Lacala non più consono a ricoprire tale ruolo”.
Come noto, il commento con la frase “quant si brut…”, sarebbe stato rivolto alla consigliere d’opposizione Giusy Resta mentre faceva il suo intervento. L’episodio non è passato inosservato ed è stato oggetto di un post su Facebook scatenando i commenti di tantissimi cittadini aspettandosi le scuse.
Ma il consigliere Lacala subito dopo, in una nota, ha affermato “che non ritengo opportune le mie scuse perché non ho mancato di rispetto a nessun membro dell’assise consiliare” e che “la mia imprecazione era riconducibile ad una conversazione privata e che nulla aveva a che vedere con i lavori del Consiglio”. Una affermazione che non avrebbe convinto, se non i suoi colleghi di maggioranza.
Intanto la questione assumeva contorni tali da essere ripresa dalla carta stampata, dalle tv locali e dai vari siti on line. Alla consigliere Resta nel frattempo la solidarietà degli esponenti dei colleghi consiglieri comunali di opposizione firmatari della mozione.
La solidarietà del Pd e della Commissione Pari Opportunità
Solidarietà è giunta anche dal locale Pd e dalla commissione pari opportunità. In una nota il Pd stigmatizza il “basso livello socio culturale dell’attuale consiglio comunale” dove “la scostumatezza, gli atteggiamenti poco civili e il mal sopportare da parte dell’amministrazione comunale e della sua maggioranza di destra la presenza e gli interventi delle due consigliere comunali di opposizione, Resta e Vitale, sono verificabili in tutti le sedute del consiglio comunale di Ceglie”.
Ciò premesso, il Pd “ritiene opportuno che il presidente del consiglio comunale Ricci, il sindaco Palmisano e il consigliere comunale Lacala, prendano atto della loro inadeguatezza nel ricoprire ruoli istituzionali e, di conseguenza, trarre le dovute conclusioni”. La Commissione Pari Opportunità dal suo canto formula un auspicio. “Seppure – si legge in una nota – consapevoli dell’animosità che il dibattere politico possa innescare, invitiamo il Sindaco, la Giunta, il Consiglio Comunale tutto a intrattenere un linguaggio consono e appropriato nelle sedi istituzionali”.
Dopo due giorni Palmisano riconosce la frase ingiurosa: “Riflettere sul ruolo che svolgiamo”
Nel tardo pomeriggio anche il sindaco Palmisano si fa sentire. Questa la nota diffusa che riportiamo integralmente: “Non nascondo che spesso in Consiglio un po’ tutti ci lasciamo andare in inutili nervosismi e toni aspri che forse meriterebbero una seria riflessione sul ruolo che siamo chiamati a svolgere.
Non esiterei un attimo a schierarmi dalla parte della consigliera Resta se fosse inconfutabile il riferimento alla sua persona, come del resto non ho elementi per non ritenere veritiera la dichiarazione del consigliere, il quale riferisce che lo spiacevole episodio non era riferito né alla consigliera Resta, né ad altro componente del Consiglio, né ad altra donna, ma riguardava una sua considerazione dialettale, scurrile, ma privata e personale. La frase nulla aveva a che fare con i lavori del Consiglio, che in quel momento, tra l’altro, non evidenziavano contrapposizioni o discussioni accese. Ritengo – continua il sindaco – che tutti dovremmo riportare nei normali canoni di civile convivenza le contrapposizioni politiche, dando per primi l’esempio ed evitando che questo spiacevole episodio determini altre gravi esternazioni violente e poco rispettose che in tanti commenti sui social stanno emergendo, anche nei confronti di componenti del Consiglio che non hanno nessuna responsabilità diretta sull’accaduto. Confido nel buon senso e nella responsabilità di tutti e in qualità di primo cittadino chiedo scusa per primo alla città per lo spiacevole episodio e alla consigliera Resta per la situazione nella quale, suo malgrado, si è trovata coinvolta”.
Ora si attende la convocazione del consiglio comunale dove, salvo colpi di scena e come avviene indipendentemente dal “fatto”, la maggioranza respingerà la richiesta di dimissioni sostenendo la tesi di Lacala.