12 Marzo 2025

Scomparsi nella terra dei mille papaveri

Soldati dell'Armir in ritirata mentre cercano scampo al gelo della steppa
Soldati dell'Armir in ritirata mentre cercano scampo al gelo della steppa

Il tragico destino dei soldati cegliesi mandati a morire nella Campagna di Russia tra il 1941 e il ’43. I parenti hanno a lungo cercato nel tentativo di conoscere la sorte dei loro “ragazzi”, ma invano: inghiottiti nella neve della steppa nel rigido inverno della piana del Don. E per molti non c’è neppure un luogo certo di sepoltura, neppure vegliati “dalla rosa, né dal tulipano”

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di Domenico Strada

Del giovane fante cegliese Vincenzo Ligorio nato il 15 novembre1918  non ci restano né  una foto, né i suoi resti né tantomeno è noto il luogo dove è sepolto, solo la sua memoria non è venuta meno.

Il nipote Gabriele presso l’Archivio di Stato di Lecce ha rintracciato solo pochi documenti fra cui il verbale di irreperibilità  redatto il 19 dicembre 1947 con cui si attesta che il militare Vincenzo Ligorio, figlio di Francesco e di Nisi Maria Fontana “in occasione di eventi bellici avvenuti nel 1943  in Russia, è scomparso e che dopo tale fatto non venne riconosciuto tra i militari dei quali fu legalmente accertata la morte o la prigionia”.

I soldati italiani, mal equipaggiati, sul fronte russo

Vincenzo Ligorio, catalogato come “disperso”, era un contadino che aveva frequentato la scuola fino alla 5^ elementare; effettivo al 278^ reggimento della Divisione Vicenza era giunto “in zona di guerra” sul fronte russo il 1° ottobre 1942. Queste le scarne informazioni tratte dal foglio matricolare.

 In quel momento il fronte è attestato sul basso corso del fiume Don; sulla riva sinistra ci sono i russi  o meglio i sovietici, contro cui noi italiani, a seguito della sconsiderata decisione di Mussolini, siamo in guerra, a fianco della Germania nazista, dai primi giorni dell’estate del 1941, prima con lo CSIR (Corpo di Spedizione in Russia) su 3 divisioni al comando del generale mesagnese Giovanni Messe e, dal giugno 1942, con l’ARMIR (Armata Italiana in Russia) su 10 divisioni al comando del generale Italo Gariboldi.

La divisione Vicenza, composta dai reggimenti 277^ e 278,  dal dicembre 1942 è disposta di riserva a protezione del Corpo d’Armata Alpino (divisioni Tridentina, Julia e Cuneense). Proprio nei mesi del dicembre 1942 e del gennaio 1943 si sviluppa la poderosa controffensiva russa che determina la rottura del fronte del Don, e l’inizio del ripiegamento a piedi dei reparti italiani nella steppa gelata; in questa fase, incalzati dai russi, moltissimi italiani cadono combattendo o per gli stenti, altri vengono catturati e trasferiti a marce forzate nei campi di prigionia.

In questo terribile mese di gennaio 1943, scompare Vincenzo Ligorio, inghiottito come tanti altri italiani, nella neve della steppa.

Da sinistra: Giovanni Argentiero, Salvatore Tanzarella e Giuseppe Venza

Grazie alla raccolta memorialistica della pubblicazione “Onor Caduti Ceglie Messapica”  è stato possibile rilevare che altri tre cegliesi, mai rientrati dalla Russia, facevano parte della divisione Vicenza; si tratta di Salvatore Tanzarella, nato il 30 ottobre 1916 (277^ rgt) e Giovanni Argentiero nato il 2 febbraio 1915 (278^ rgt); entrambi risultano anch’essi dispersi nel gennaio 1943.

Il cimitero in Russia dove hanno trovato sepoltura i militari italiani identificati

A loro va aggiunto Giuseppe Venza nato il 17 ottobre 1922 (278^ rgt) che verrà catturato per poi morire il 29 marzo 1943 nel campo di prigionia nella regione di Kirov.

Per loro e per i tanti nostri ragazzi che non hanno nemmeno avuto un luogo certo di sepoltura per poter rientrare un giorno in Patria in una cassetta di alluminio avvolta nel tricolore, restano gonfi di malinconica consolazione, per rinnovarne comunque e sempre la memoria, i versi struggenti di Fabrizio De Andre’: …” dormi sepolto in un campo di grano. Non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi … ma sono mille papaveri … rossi”.

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