Dopo Gervasi e Scatigna il sindaco di Ceglie Messapica ha scelto un altro collaboratore esterno, una quasi “sfiducia” dei consiglieri comunali alleati che speravano in un incarico di fine mandato. Chi o cosa ha determinato la situazione? Nel centrodestra diviso si fa sempre più forte il dualismo Palmisano-Caroli (con un terzo incomodo)
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di Luca Dipresa
E’ stata una gestazione piuttosto lunga quella che ha portato il sindaco Angelo Palmisano a nominare il nuovo assessore dopo le dimissioni di Antonello Laveneziana datate 4 maggio 2024. Nuovo assessore a Ceglie Messapica sarà il 43enne Cosimo Bellanova che si occuperà di Cultura, Valorizzazione del centro storico, Smart City, Spazio pubblico per il bene comune, Comunicazione Istituzionale, Urp, Valorizzazione dei beni culturali, Turismo e Marketing Territoriale. Una delega piuttosto ampia e notevole. Manca un annetto al rinnovo del consiglio comunale e al nuovo assessore i complimenti della redazione nella speranza che soprattutto per quel che riguarda la valorizzazione del nostro ricco patrimonio storico, archeologico e culturale.

Detto ciò non possiamo non addentrarci in un’analisi politica con alcune considerazioni che sono anche argomenti diffusi di conversazione. Intanto non possiamo sottolineare che per la terza volta consecutiva è stato scelto un assessore “tecnico”. Dopo Emanuela Gervasi, Geppy Scatigna è la volta di Cosimo Bellanova anch’egli “pescato” dall’esterno. E questa ennesima scelta rappresenterebbe una sorta di “bocciatura” dei consiglieri comunali in carica evidentemente non ritenuti all’altezza del compito. Quando questa consiliatura s’insediò il criterio era stato quello che gli assessori sarebbero stati scelti tra chi era stato eletto e chi si era candidato nelle liste elettorali. Non risulta che i tre assessori subentrati a Vitale, Idrontino e Leveneziana si siano candidati quattro anni fa. Eppure tra i banchi della maggioranza ci sono consiglieri esperti e di lungo corso. Ma tant’è.
Il tutto mentre le settimane, i mesi passano e l’orizzonte delle elezioni regionali e comunali diventa sempre meno lontano. Sul piano politico Ceglie vive una particolare situazione con Fratelli d’Italia che vive una evidente e, per alcuni, insanabile frattura tra il sindaco e Luigi Caroli, consigliere regionale e segretario provinciale. Cinque anni durante i quali tra i due il ghiaccio non si è mai rotto. Anzi. Che sia una contrapposizione nette ed insanabile lo dimostrerebbero anche le indiscrezioni che da qualche tempo circolano in città.
Epurato Luigi Caroli, il sindaco Angelo Palmisano ed il presidente del consiglio comunale Nicola Ricci avrebbero stretto un solido rapporto con l’on. Nicola Ciraci anche lui non certo tenero con il consigliere regionale. Indiscrezioni che vorrebbero anche la scelta degli assessori esterni su indicazioni proprio dell’onorevole. Il centrodestra a Ceglie è diviso con Forza Italia e Lega che per bocca dei rispettivi segretari comunali, Giovanni Gianfreda e Pasquale Santoro, che mai avrebbero stretto un’alleanza con Fratelli d’Italia se il candidato sindaco sarà il sindaco attuale.
Ed è proprio all’interno del partito meloniano che sono puntati gli occhi. Luigi Caroli, che è il presidente provinciale, da una parte e Angelo Palmisano dall’altra. Caroli in questi anni è stato quasi in disparte e volutamente non si è fatto trascinare in polemiche anche se esattamente un anno fa ebbe a dire che quest’amministrazione era lontana dagli obiettivi del partito posti in campagna elettorale. Per molti una vera e propria sfiducia alla quale fecero seguito le dimissioni dei suoi fedelissimi Giovanni Argentiero, Grazia Santoro e, se vogliamo anche di Antonello Laveneziana riavvicinatosi al suo mentore (Caroli) In programma ci sono prima le elezioni regionali (in autunno se non vi saranno slittamenti) e poi le comunali nella primavera del 2026. Sarà questa l’occasione per un primo indizio su come i due si schiereranno. Fuori discussione che il sindaco appoggi Caroli. Ma Caroli appoggerebbe Palmisano? Insomma una bella partita da disputare e tanti potrebbero essere i colpi di scena. Si tratta solo di attendere.