19 Aprile 2025

Nella chiesa barocca il segno dell’Impero

L'aquila bicefala, con lo sfondo dell'altare della chiesa di San Domenica, al centro del libro di Gaetano Scatigna Minghetti
L'aquila bicefala, con lo sfondo dell'altare della chiesa di San Domenica, al centro del libro di Gaetano Scatigna Minghetti

Cosa ci fa l’Aquila bicefala incisa sul pulpito del tempio di San Domenico a Ceglie Messapica? E soprattutto perché? Lo storico Gaetano Scatigna Minghetti offre più di una risposta nel libro “Lo stigma del potere” di imminente pubblicazione

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di Damiano Leo

Vedrà la luce nei prossimi giorni una nuova  pubblicazione del docente e storico di Ceglie Messapica Gaetano Scatigna di Thiène Minghetti de Schatiniis. Si tratta di un agile ma pregevole pubblicazione che reca il titolo di: “Lo stigma del potere. L’aquila dell’impero nel tempio domenicano di Ceglie Messapica”. Libricino di 25 pagine, Edizioni Kailinon, Ceglie Messapica (stampato da Grafiche Ventrella di Fasano),  che si aggiunge alle tantissime opere redatte dal più conosciuto ed apprezzato storico della città messapica. Tra queste piace citare, solo per fare qualche esempio, “Oronzo Suma. Profilo biografico” (1972), dove l’autore traccia il profilo del Filosofo cegliese; “Liberali e Reazionari. Risorgimento in Terra di Brindisi” (1984), uno studio storico del nostro movimento risorgimentale; “La divina provvidenza mi mandò dalla città di Ceglie Messapica un giovane sacerdote. Intelligenza d’amore e testimonianza caritativa nella dinamica esistenziale di Padre Pantaleone Palma” (2019), una lettura critica della vita del sacerdote cegliese che è stato primo e principale collaboratore di Sant’Annibale Maria di Francia; “Il raggio della divina sapienza. Giambattista Vico e l’allegoria della “Scienza Nuova” un contributo all’esegesi” (2015), un pregevole lavoro su chi ha formulato, con le proprie indagini, la dottrina della nascita e lo sviluppo delle Nazioni  così come esse sono strutturate ancora oggi; “Divo Rocho Patrono Benemerenti. A San Rocco, patrono benemerito” (2019), uno studio approfondito e partecipato sulle immagini di San Rocco nelle nostra città.

La copertina del nuovo libro di Gaetano Scatigna Minghetti

Gaetano di Thiène Scatigna Minghetti, è nato a Ceglie Messapica nel mese di luglio 1945. Ha studiato Pedagogia presso l’Università di Lecce, laureandosi nel 1970, e Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Bologna, laureandosi nel 1983. È stato ordinario di materie Letterarie presso gl’Istituti Tecnici Superiori. Si è avviato agli studi storici con Fausto Fonzi e a quelli sulle arti figurative con Paola Barocchi. La sua lunga attività di ricerca lo ha portato a interessarsi del fenomeno risorgimentale nell’Italia meridionale. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere storico e ha collaborato con le riviste Risorgimento e Mezzogiorno e Analisi Storica di Bari; Segni e comprensione e Studi Salentini di Lecce; Alba Pratalia di Francavilla Fontana; il quotidiano Roma di Napoli e il mensile Ceglie Plurale di Ceglie Messapica, nel quale aveva pubblicato parte del presente lavoro, nel mese di dicembre del 2007. Questo nuovo saggio, sull’Aquila bicipite presente a Ceglie Messapica, nella chiesa tardo barocca di San Domenico, ne costituisce la rielaborazione.

Lo storico Scatigna, tra l’altro, scrive che “…il Sacro Romano Impero che assunse l’aquila come emblema in segno di ininterrotta continuità con il millenario Impero Romano; però, su basi assolutamente nuove e più fruttuose, e più feconde: quelle cristiane. Ma, anche lo stesso emblema imperiale subì una sostanziale mutazione. L’aquila non risultava più soltanto ad una testa, come appariva nella tradizione latina romana; era invece stata trasformata in bicipite, ovverossia a due teste, o, bicefala. Oltre che l’aquila bicefala, gli altri simboli del potere imperiale sono costituiti dal manto di velluto, foderato di pelliccia di ermellino; dai gigli stilizzati; dalla spada con l’impugnatura aperta, a forma di croce latina; il globo terracqueo, sormontato dalla croce. Questo perché, per essere consacrati e incoronati imperatori in Roma tutti i successori di Carlo Magno, a cominciare dallo stesso Ottone il Grande che, nel 962, aveva restaurato le strutture politico-amministrative ed istituzionali dell’impero sacro e romano, dovevano farsi eleggere, prima della grandiosa incoronazione in San Pietro per mano del Pontefice Romano, re dei Tedeschi e re dei Romani: ecco il motivo della duplicazione della testa dell’aquila, destinata, quindi, ad essere adottata come raffinata figurazione degli imperi che hanno innervato nel parossistico avvicendarsi dei secoli, la carta geopolitica della vecchia Europa.”       

Gaetano Scatigna Minghetti

E ancora “Uno stupendo manufatto con l’aquila bicipite o bicefala che dir si voglia – aquila integra imperiale sive duplicata – è presente a Ceglie Messapica – proveniente, come ha puntualmente documentato lo storico Gianfranco Gallone nel suo saggio storico Uno sguardo su Ceglie nella seconda metà del ‘700, insieme con il sepolcro della duchessa Isabella Noirot, originaria della città anseatica di Anversa, nel Belgio, dalla primitiva chiesa domenicana di Ceglie, innalzata nel 1534 e dedicata a San Giovanni evangelista, in seguito abbattuta, ma di cui rimangono ancora in piedi la struttura presbiteriale e la piccola abside semicircolare tra le cui pareti interne sono ammurati, in maestà, due esemplari gemelli della stirpe dei Sanseverino, che nel feudo messapico di Ceglie, hanno lasciato notevoli tracce di sé e della storia genealogica e politica-sociale della propria illustre casata di stirpe principesca.”

Lo scopo che adesso ha indotto l’autore alla sua divulgazione più organica, sta nel fatto che intende far conoscere a coloro che la ignorano, con maggiore puntualità, una delle più importanti “preziosità” del centro urbano di Ceglie e dell’intero territorio del Salento peninsulare. “Perché si confermino non soltanto le radici storiche e culturali che conferiscono nerbo alla quotidianità della provincia antica della Messapia, come un tempo veniva individuata, ma anche il senso dell’identità e dell’appartenenza di ciascun esponente della Comunità messapico-murgiana di Ceglie” riferisce Gaetano Scatigna nella sua introduzione e continua: “Adesso, quelle mie riflessioni vengono riproposte qui, in forma ampliata, riveduta e, ancora di più, corretta, affinché si possa sperare in un loro uso avveduto, non soltanto a favore dei lettori, bensì e, soprattutto, a beneficio dell’intera cittadinanza, anche per il fatto che esse potranno fornire costantemente una testimonianza proficua, incontrovertibile, genuina e generosa”.

Noi ci auguriamo che questo possa realizzarsi, non soltanto a vantaggio delle future generazioni ma anche della realtà storica e culturale contemporanea.

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