19 Aprile 2025

Neurolesi, il Tar dà ragione all’Asl

Il centro di riabilitazione di Ceglie Messapica
Il centro di riabilitazione di Ceglie Messapica: il Tar ha sancito la gestione pubblica

Il Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica è struttura sanitaria pubblica: il Tar di Lecce ha risolto un contenzioso che si trascinava da quasi un anno. L’assessore Amati: “La Fondazione San Raffaele ha cessato ogni attività e non ha neppure chiesto un risarcimento”

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di Luca Dipresa

Con sentenza pubblicata oggi, il Tar di Lecce ha messo la parola fine al contenzioso sollevato dalla Fondazione San Raffaele contro la Regione Puglia e la Asl di Brindisi per l’attuazione della Legge regionale di riappropriazione della gestione pubblica. L’ospedale ex San Raffaele di Ceglie Messapica è a tutti gli effetti (e salvo ulteriori imprevisti) struttura pubblica della sanità pugliese indicato come Centro di riabilitazione.

A perorare le ragioni della Regione Puglia di fronte al Tar il Coordinatore dell’Avvocatura regionale Rossana Lanza e gli avvocati di causa Paolo Scagliola (per la Regione) e Michele Dionigi (per l’Asl Brindisi) che si sono avvalsi della consulenza dei dirigenti regionali Vito Montanaro, Mauro Nicastro, Antonella Caroli e Vito Carbone e dei funzionari Emanuele Carbonara e Daniela Pizzuto.
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, confermando la piena legittimità dell’azione pubblica e sancendo l’inconsistenza giuridica e la natura esclusivamente strumentale delle impugnazioni proposte dalla Fondazione.
Sulla sentenza si registra la nota dell’assessore regionale Fabiano Amati, promotore dell’internazionalizzazione della struttura riabilitativa: “Avevamo detto, sin dall’inizio, che il passaggio alla gestione pubblica del Centro di Riabilitazione di Ceglie era una scelta non solo giusta, ma necessaria, per assicurare la continuità assistenziale, la qualità delle cure e il rispetto dei diritti di pazienti e operatori. E oggi la giustizia amministrativa ci dà ragione, certificando che, chi ha cercato di ostacolare questa scelta, lo ha fatto senza alcun fondamento concreto, né giuridico, né sanitario”.
Una sentenza che, dice, sancisce a chiare lettere che “la Fondazione ha cessato ogni attività, ha licenziato il personale, ha rinunciato a gestire il Centro – è sempre Amati a parlare – , e non ha nemmeno chiesto un risarcimento. In poche parole, tutto il clamore giuridico e mediatico era costruito su basi inconsistenti”. Ed aggiunge: “Una strategia dilatoria e autoreferenziale, finalizzata solo a rallentare una decisione pubblica che ha sempre avuto come unico obiettivo il bene collettivo”.
Il Centro di riabilitazione che a breve potrà contare sul centro risvegli i cui lavori procedono speditamente (la ultimazione e consegna è prevista per il prossino mese di ottobre) è pienamente operativo, sotto la gestione pubblica della ASL di Brindisi, e attualmente si sta lavorando per trasformarlo in presidio di eccellenza per la riabilitazione in Puglia. “Questa è la vittoria dello Stato – aggiunge Amati -, della sanità pubblica, dei cittadini e di chi ha voluto questa legge, l’ha difesa in ogni sede e l’ha attuata con convinzione”.

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