Nel Centro di riabilitazione di Ceglie il direttore De Nuccio. Tensione alta con il privato che smentisce e diffida alcune affermazioni attribuite al responsabile della sanità brindisina. Sugli stipendi non pagati vi sarebbe un’altra fumata nera. E mentre si smantellano le insegne, nell’ospedale si affacciano anche i Nas. Il sindaco Palmisano: “Legge sbagliata, ma stiamo con i lavoratori”
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Mentre i 157 dipendenti dell’ancora Fondazione San Raffaele reclamano il pagamento dello stipendio di ottobre e mentre è ormai partito il conto alla rovescia per il passaggio dal privato al pubblico del Centro di riabilitazione, nella struttura sanitaria sono arrivati nelle ultime ore il direttore generale dell’Asl di Brindisi, Maurizio De Nuccio, e i carabinieri del Nas di Taranto. Evidentemente, inutile specificarlo, con compiti e competenze diverse: il primo per trattare il nodo dei salari “congelati” e le soluzioni in vista del passaggio di gestione, gli altri per vigilare sulla continuità sanitaria e assistenziale. Nella struttura vi sono circa 50 pazienti che necessitano di cure specifiche. Tutto questo mentre alcuni operai smantellavano la storica insegna blu del San Raffaele, provvisoriamente o definitivamente non si sa.
Cosa si siano detti Asl e Fondazione dietro le quinte non si sa, ma dai primi comunicati stampa la tensione sembra ancora molto alta. Il presidente della “San Raffaele”, Sergio Pasquantonio, ha diffidato in una nota i vertici aziendali di Brindisi “nello smentire quanto riportato nelle dichiarazioni che sarebbero state rese dal Dr. De Nuccio, si invita e diffida la Direzione Generale della Asl Br, dal diffondere, errate e fuorvianti informazioni relative alla scrivente Fondazione” afferma Pasquantonio, che poi non esclude “Con riserva di ogni diritto, azione e ragione” eventuali ulteriori azioni.
La contestazione della Fondazione San Raffaele
La Fondazione contesta “In relazione ad alcuni lanci di agenzia e quotidiani on-line che riportano dichiarazioni che sarebbero state rilasciate dal Direttore Generale della Asl Br in ordine a rilevate presunte “criticità” che sarebbero state riscontrate in sede dell’accesso odierno di personale della Asl Br, ivi compreso il Direttore Generale che riferiscono i media – avrebbe intenzione di rappresentare alla Procura della Repubblica tali presunte criticità – si contesta qualsivoglia inadempimento della Fondazione ai propri doveri assistenziali, come peraltro accertato dai Nas di Taranto, anch’essi presenti nei locali della Fondazione”.
La tensione resta alta e resta ancora fumosa la questione degli stipendi non versati ai lavoratori, nonostante le assicurazioni che sarebbero comunque arrivate. Di certo e di ufficiale non si sa nulla, nonostante la pressante mediazione del sindacato e il minacciato ricorso alla Procura di Brindisi.
Il sindaco di Ceglie, Angelo Palmisano, rompe il silenzio
Nelle ultime ore il “protocollo” registra tuttavia una nota del sindaco di Ceglie Angelo Palmisano, sollecitato anche negli ultimi incontri a prendere una posizione e a far sentire la propria voce. Del resto, anche se la tutta la vicenda avviene sopra le competenze di un’amministrazione comunale, è pur vero che la maggior parte dei lavoratori è residente proprio a Ceglie, aspetto che richiede una voce e un impegno anche da parte dell’ente locale. E Palmisano, insieme al consigliere comunale con delega alla sanità Cataldo Rodio, è intervenuto confidando “in una celere soluzione già in giornata, a seguito dell’incontro odierno che si terrà tra l’Asl e la Fondazione”. Incontro che, a quanto pare, non avrebbe sortito gli effetti sperati.
Gli auspici del sindaco hanno fatto da apripista per un giudizio politico sulla transizione dell’ospedale dal gestore privato a quello pubblico: “Questa vicenda – si legge sempre nella nota – purtroppo sin dall’inizio ha assunto contorni poco chiari e di approssimazione politico amministrativa, è ormai in uno stato drammatico per i lavoratori che aspettano gli stipendi di ottobre e novembre, e stanno vivendo una condizione di grande prostrazione e incertezza. Questa è la logica conseguenza di una legge frettolosa che ha fatto emergere inutili conflittualità, sterili passerelle e una cattiva gestione del passaggio della platea dei lavoratori dal privato al pubblico”.
E dopo aver sottolineato che si è difronte a “una ulteriore dimostrazione della fallimentare politica sanitaria regionale che, anche in questa occasione, non è stata in grado di garantire il passaggio di gestione senza tensioni e vogliamo sperare che non ci siano ripercussioni anche sulla realizzazione del Centro Risvegli”. Tensioni che, purtroppo, sono acuite dal datore di lavoro che non versa gli stipendi perché, come affermato ai sindacati, vi sarebbero alcuni nodi di ordine finanziario. In ogni caso il sindaco di Ceglie, espressione di Fratelli d’Italia, sostiene che “ci stringiamo attorno alle lavoratrici, ai lavoratori ed alle loro famiglie, condividendo le loro preoccupazioni, e se sarà necessario ci uniremo agli stessi nella protesta a tutela dei loro legittimi diritti”.
Il consigliere Piccoli: “Il sindaco grande assente. Ora parla? Meglio tardi che mai”.
Al sindaco di Ceglie, immediata la risposta del consigliere di opposizione Pietro Piccoli, che proprio alcuni giorni fa aveva organizzato con l’assessore Fabiano Amati, entrambi di “Azione”, un incontro sul Centro di riabilitazione.
“Prendo atto del tempismo e del contributo risolutivo dell’amministrazione comunale – afferma Piccoli – ed in particolare del sindaco Palmisano alle problematiche emerse in fase di passaggio del Centro di Riabilitazione alla Asl.
Dispiace solo che alcune battaglie, quelle necessarie alla salvaguardia della salute, quelle necessarie alla tutela dei posti di lavoro, quelle necessarie a far diventare la propria comunità punto di eccellenza regionale in ambito riabilitativo, vengano utilizzate solo per fini politici allo scopo di racimolare voti.
Dispiace soprattutto perché il sindaco Palmisano non abbia mai preso parte a manifestazioni organizzate in favore dei lavoratori, non abbia mai partecipato a sit-in di protesta dei lavoratori presso il presidio ospedaliero, non abbia mai preso parte a tavoli tecnici durante la delicata fase di transizione alla Asl.
Dispiace che il sindaco Palmisano, rimasto in perenne letargo, abbia preferito ancora una volta affidarsi ai like anziché alle “passerelle” che mai, come in questo caso, rappresentano la vicinanza sul territorio della politica. Certo è che entrare in scena a cose fatte lascia spazio a polemiche sterili e a critiche inutili, quando invece sarebbe stato più proficuo prendere posizioni nel vivo della questione.
Mi sento comunque di poter rassicurare tutti, Sindaco in primis, che la questione degli stipendi dei lavoratori – conclude il consigliere Piccoli – è già attenzionata dall’ASL e dall’assessore Amati”.