L’ex gestore del Centro riabilitativo di Ceglie Messapica si ritiene diffamato dalle ripetute dichiarazioni dell’assessore pugliese. “Bene, depositerò al giudice gli atti di 24 anni di gestione”. La replica dell’azienda: “Perchè solo noi? E’ un dispetto, un capriccio? Vada avanti e scopra lo scandalo pugliese”
©
La Fondazione San Raffaele, che fino allo scorso novembre ha gestito il Centro riabilitativo di Ceglie Messapica, ha avviato un procedimento giudiziario nei confronti dell’assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati perché ritenuta diffamato: per questo ha richiesto il risarcimento dei danni.
Ha strascichi velenosi la vicenda del passaggio gestionale dal privato al pubblico dell’ospedale di specializzazione, l’ulteriore tappa giudiziaria è stata resa nota dall’esponente politico pugliese che nei mesi scorsi si è battuto per l’internalizzazione delle prestazioni sanitarie all’Asl di Brindisi.
“Il mondo gira al rovescio” afferma Amati. “E poiché non m’intimidiscono, devono sapere che depositerò al Giudice tutti gli atti in mio possesso, a cominciare da quelli depositati presso la Procura della Repubblica di Brindisi, per raccontare ventiquattro anni di gestione senza alcuna gara, pagamenti oltre i tetti, le testimonianze del personale, dei dirigenti regionali e ASL e dei familiari dei malati che non ci sono più. Un’imponente documentazione – assicura l’assessore – in grado di dimostrare che in quella vicenda è stato diffamato il senso dell’umano”.
La Fondazione San Raffaele si stupisce, evidentemente, di aver trovato una Regione che fa il proprio dovere e Consiglieri regionali che pongono al centro delle loro attività i cittadini amministrati. Non so come loro sono abituati in altri contesti e nemmeno vorrei saperlo. So solo che molti di noi, in Puglia, provano a non inchinarsi dinanzi a nessuno, portando scandalo nella coscienza” l’amara conclusione che, come si preannuncia, dovrebbe in ogni caso contribuire a capire i circa 24 anni di prima gestione.
A ciò non si sottrae neppure la Fondazione San Raffaele che attraverso il presidente Sergio Pasquantonio ha risposto ad Amati: “Ci siamo rivolti al giudice come è legittimo e costituzionale e questo sembra aver suscitato grande preoccupazione nell’Assessore, teme forse le ombre del passato?” si chiede Pasquantonio.
“Ora invoca la magistratura, la stessa sulla quale per mesi ha sentenziato non accettando le disposizioni del TAR. Parla di giustizia ma poi non si attiene alle decisioni che da essa scaturiscono. Anziché occuparsi del suo bilancio che pone la Regione Puglia in una situazione di impasse senza precedenti continua ad occuparsi di sanità e della salute, a detta sua, dei cittadini. E allora che lo facesse per davvero. Senza voltarsi dall’altra parte dinanzi agli scandali continui che mettono quotidianamente la Puglia al centro delle cronache nazionali. Perché solo la Fondazione? E’ un capriccio, un dispetto, una questione personale legata non sappiamo a cosa? Perché se così fosse sarebbe ancora più grave considerato il ruolo che attualmente ricopre. Oltre che scandaloso per la sua di coscienza”.
Restiamo in attesa di conoscere esiti e dettagli.