3 Luglio 2024

I soldati Ryan che nessuno ha salvato

1915 – 1918. Cegliesi con le stellette, un omaggio ai nostri nonni e bisnonni

In relazione al numero dei deceduti fino adesso accertati (314), si presume che, per il 1^ conflitto mondiale,  i mobilitati originari di Ceglie Messapica siano stati 3.100 circa (classi 1874 – 1899).  Si tratta di migliaia di nomi e di altrettante drammatiche storie individuali la cui memoria è quasi completamente svanita.

Analizzando i dati tratti dalla pubblicazione “Onor Caduti” – Ceglie Messapica” di Michele Ciracì ottobre 2003, dalla pubblicazione “Ai cegliesi decorati al Valore” del col. f (aus) Pasquale Elia -1995, sono state rilevate informazioni che  possono contribuire, oltre agli aridi dati numerici, a rendere ancor più apprezzabile quella che, in quel periodo,  è stata la sofferenza del nostro popolo,  sia per coloro che erano al  fronte sia per quelli che erano rimasti ad attenderli in paese nell’incertezza più straziante.

Sono annotazioni che  non hanno la pretesa di essere esaustive; è auspicabile che  possano divenire patrimonio di conoscenza comune, informazioni di numerosi altri nostri concittadini chiamati ad  indossare l’uniforme e le stellette con disciplina ed onore, valori attuali richiamati anche nella Costituzione Repubblicana.

Non si tratta quindi di un esercizio di  evocazione bellicista ma  di un richiamo alla conservazione della memoria storica della nostra comunità.

La Brigata Regina (9^ e 10^ reggimento) viene destinata sin dall’inizio della guerra sul fronte dell’Isonzo. Il 6 giugno 1915 le prime operazioni di guerra con la conquista del monte Fortin; il successivo attacco al San Michele (prima battaglia dell’Isonzo 23 giugno – 7 luglio 1915) vede i fanti della Regina conquistare le pendici del monte sino nei pressi della prima linea austro-ungarica di quota 170.

Il Monte San Michele è una modesta altura sulla riva sinistra del basso Isonzo, tra gli abitati di Savogna e Gradisca e Sagrato est, con il paese di san Martino del Carso sulle pendici. In questa prima battaglia, sul tragico Monte San Michele,  cade in combattimento l’11 luglio 1915 il primo soldato cegliese:  Allegretti Raffaele di Adolfo e di Sardelli Giuseppina nato a Ceglie Messapica il 5.7.1893 –  caporale del 9^ rgt fant 6^ compagnia– sepolto a Sdrassina.

Il 18 luglio (2^ battaglia dell’Isonzo) il 10^ reggimento, conquista quota 170, catturando 350 prigionieri. Dal 18  al 22 luglio la brigata Regina perde 36 ufficiali e 1233 soldati.

I fanti cegliesi Palazzo Stefano  (anni 25) e Salonna Leonardo (anni 26), appartenenti allo stesso reparto, la 10^ compagnia del 10^ reggimento di fanteria (brigata Regina), risultano entrambi deceduti per ferite  riportate in combattimento, in località San Martino del Carso in occasione della 3^ e della 4^ battaglia dell’Isonzo

Dal 18 ottobre al 4 novembre 1915 ha luogo la 3^ battaglia dell’Isonzo; la brigata Regina ha come obiettivo San Martino del Carso; investito da sanguinosi ma vani attacchi, la brigata perde altre 1500 soldati. Nella 4^ battaglia dell’Isonzo (10 nov – 5 dic) la brigata Regina opera ancora in direzione di San Martino del Carso partendo dalle trincee di Bosco Lancia.

Carlucci Francesco di Giuseppe e di Ligorio Pasqua nato a  Ceglie Messapica il 2 aprile 1890, coniugato con Romanizzo Martina Comasia, soldato del 10^ rgt. Fanteria– 10^ compagnia ((brigata Regina), muore il 29 giugno 1916 nella zona di monte San Michele –  monte Cappuccio, per aver inalato dosi mortali di  gas asfissianti (sepolto nel cimitero del 10^ fanteria fossa n. 506).

Mentre la Strafexpedition stava sconvolgendo le montagne dell’Altopiano di Asiago, la situazione sul fronte isontino era apparentemente più calma. Durante i mesi primaverili erano stati compiuti dei piccoli progressi attorno a Gorizia, sul monte Sabotino e sul monte San Michele. Su quest’ultimo, dopo la Quinta Battaglia dell’Isonzo, i soldati del IX Corpo d’Armata erano riusciti ad avanzare fino a poche decine di metri dalla prima linea austro-ungarica, costruendo nuove trincee e postazioni sicure per i lanciabombe. Ma proprio in questa zona del Carso isontino gli uomini guidati da Borojevic sperimentarono un attacco con una delle tante novità tecnologiche della Grande Guerra: le bombe chimiche. Furono preparate tremila bombole di fosgene, un gas composto da cloro e ossido di carbonio che, una volta aperte, avrebbero rilasciato il loro contenuto sulle trincee italiane. All’alba del 29 giugno un leggero vento rese favorevole questa operazione e dalle postazioni asburgiche si levò una grossa nube bianca. Ciò avvenne dopo è riportato nelle tragiche testimonianze di soldati ed ufficiali sconvolti per la vista delle trincee italiane. Il caporale Valentino Rigetti (brigata Brescia) raccontò di aver raggiunto la trincea la notte pensandola completamente deserta dato il totale silenzio che circondava la zona. Con sua grande sorpresa i soldati si trovavano tutti al loro posto, ma stranamente addormentati. All’alba il caporale fece la macabra scoperta: centinaia di uomi erano morti nel giro di pochi minuti il giorno precedente. Molti di loro cercarono di salvarsi utilizzando la maschera antigas in dotazione ma la sua semplice composizione non potè contrastare gli effetti del fosgene. A quel tempo infatti solo l’esercito tedesco possedeva maschere perfettamente funzionanti, come era stato dimostrato durante l’attacco chimico contro i francesi avvenuto l’anno precedente a Ypres. Gli stessi soldati ungheresi subirono le conseguenze di questo attacco chimico: il vento ad un certo punto cambiò direzione e sospinse una parte della nube sulle loro trincee, provocando l’intossicazione e la morte di molti di loro. Così all’alba del 29 giugno le brigate che si trovavano sul monte San Michele persero circa 2000 soldati mentre altri 5000 rimasero intossicati.

La mattina del 29 giugno tutto l’11^ corpo d’Armata era pronto per andare all’assalto dalla parte di Monfalcone. Il 29^ e il 30^ reggimento (Brigata Pisa), il 19^ e  il 20^ reggimento (brigata Brescia) erano sul monte Cappuccio, il 9^ ed il 10^ reggimento della Brigata Regina erano dalla parte di Duino, il 47^ ed il 48^ erano nella vallata fra il san Michele e il san Martino, e tutti dovevano andare all’assalto.

Per effetto del gas muoiono, nel solo 10^ rgt fanteria, circa 1300 uomini

Composta dal fante-poeta Giuseppe Ungaretti il 27 agosto 1916, San Martino del Carso, più di ogni considerazione,  con pochi versi, rende palpabile l’estremo strazio dei fanti e ne tributa l’eterna memoria:

Di queste case

non è rimasto

che qualche

brandello di muro

Di tanti

che  mi corrispondevano

non è rimasto

neppure tanto

Ma nel cuore

nessuna croce manca

È il mio cuore

il paese più straziato

1.

Amico Giuseppe di Pietro e di Barletta Maria, nato a Ceglie Messapica il 27 marzo 1883  soldato del 143^  rgt. Fanteria – 2^ compagnia. Muore il 10 dicembre 1916 nell’Ospedale da campo n. 86 per ferite riportate in combattimento. Ferita grave penetrante l’addome, sepolto nel cimitero di Gorizia

Amico Michele di Pietro e di Barletta Maria nato a Ceglie Messapica il 30 luglio 1881 – soldato della 6^ Cp. di sussistenza (panettiere). Muore il 1^ novembre 1918 a Salò per malattia per broncopolmonite, si tratta forse di una vittima dell’epidemia nota come Spagnola

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2.

Argentiero Cosimo Damiano di Domenico e di Gianfreda Maria Antonia nato a Ceglie Messapica il 20 novembre 1888. Coniugato con Suma Paola – fante del 96^ rgt fanteria – 4^ compagnia. Muore il 23 maggio 1917 sul medio Isonzo per ferite riportate in combattimento. Sepolto a Leva

Argentiero Giuseppe di Domenico e di Gianfreda Maria, nato  a Ceglie Messapica l’11 febbraio 1894 – Artigliere del 46^· rgt. artiglieria da campagna. Muore il  1^ aprile 1916 nell’ospedale militare di Bologna per malattia.

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3.

Bellanova Giovanni Battista di Vincenzo e di Argentiero Grazia nato a Ceglie Messapica il 17 dicembre 1895 – artigliere del 12^ rgt. artiglieria campale. Muore il 6 giugno 1918 a Ceglie Messapica per malattia.

Bellanova Umberto di Vincenzo e di Argentiero Grazia, nato a Ceglie Messapica il 23 luglio 1893

Soldato del 6^ rgt. Fanteria. Disperso il 9 luglio 1915 in Libia

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4.

Cavallo Francesco di Pietro e di Urso Anna nato a Ceglie Messapica il 3 febbraio 1890 – fante del 9^ rgt fanteria. Disperso in combattimento il 24 ottobre 1915 sul monte San Michele;

Cavallo Vito di Pietro e di Urso Anna nato  a Ceglie Messapica il 15 febbraio 1895  – soldato dell’86^ rgt.fanteria. Disperso il 29 ottobre 1915 sul monte San Michele in combattimento.

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5.

Epicoco Angelo Raffaele di Giovanni e di Vitale Maria nato a Ceglie Messapica il 13 febbraio 1880. Coniugato con Alò Grazia – soldato della 6^ cp. di sussistenza (panettiere). Muore il 30 ottobre 1917 a Pordenone per ferite riportate in combattimento.

Epicoco Domenico di Giovanni e di Vitale Maria nato a Ceglie Messapica il 4 aprile 1885 – soldato del 63^ rgt.fanteria – 10^ compagnia. Muore il 14 marzo 1917 in Macedonia per ferite riportate in combattimento. Sepolto sul campo

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6.

Gigliola Michele di Rocco e di De Fazio Maria nato a Ceglie Messapica il 26 agosto 1892 – soldato del 54^ rgt.fanteria. Muore il 2 agosto 1915 sul monte Le Tofane per ferite riportate in combattimento. Sepolto nel Vallone Tofane

Gigliola Pietro di Rocco e di De Fazio Maria nato a  Ceglie Messapica il 1 agosto 1888 – soldato del 10^ rgt. fanteria. Muore il 17 maggio 1917 sul medio Isonzo per ferite riportate in combattimento. Sepolto nel sacrario di Redipuglia gradone 9^, loculo 17884

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7.

Palazzo Antonio di Pietro e di Federico Anna nato a Ceglie Messapica il 13 febbraio 1894 – soldato dell’8^ rgt. artiglieria. da campagna. Muore il 30 luglio 1917 nella 9^ Sezione di Sanità per infortunio (annegamento nel fiume Natisone). Sepolto nel cimitero di Purgessima

Palazzo Stefano di Pietro e di Federico Anna nato a Ceglie Messapica il 15 aprile 1890 – soldato del 10^ rgt. fanteria.  Muore il 28 ottobre 1915 a san Martino del Carso per ferite riportate in combattimento. Sepolto sul campo

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8.

Salonna Tommaso di Francesco e di Casale Maria nato a Ceglie Messapica il 27 giugno 1896 – soldato del 219^ rgt. fanteria. Muore il 2 giugno 1916 sull’altopiano di Asiago per ferite riportate in combattimento.

Salonna Francesco di Francesco e di Casale Maria nato a Ceglie Messapica il 14 marzo 1890 – soldato del 47^ rgt. fanteria. Muore il 9 agosto 1916 sul monte San Michele per ferite riportate in combattimento.

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9.

Santoro Donato di Bartolomeo e di Colucci Angela nato a Ceglie Messapica il 17 febbraio 1891 – soldato del 139^ rgt. fanteria. Muore il 6 novembre 1915 sul Carso (bosco Lancia) per ferite riportate in combattimento.

Santoro Francesco di Bartolomeo  e di Colucci Angela nato a Ceglie Messapica il 31 ottobre 1887 – soldato del 16^ rgt.fanteria. Muore il 25 ottobre 1918 in Albania per malattia. Sepolto a Valona zona Fontana Platano.

Tanti, tra gli ufficiali inferiori, in massima parte di complemento, che avevano il compito principale di guidare i loro plotoni e/o compagnie nelle operazioni al fronte,   sono caduti insieme ai loro soldati; fra questi 6 cegliesi:

  1. Agostinelli Achille di Nicola nato a Ceglie Messapica il 19 gennaio 1896 – S.Ten. cpl. 545^ Compagnia mitraglieri. Muore il 27 marzo 1917 sul Carso per ferite riportate in combattimento. Sepolto  nel Sacrario di Redipuglia gradono 1^, loculo 227;
  • Argentiero Cataldo di Giovanni  e di Putignano Vita nato a Ceglie Messapica il 22.9.1898 – S.Ten cpl. del 34^· rgt.artiglieria – 3^ batteria. Morto sul Piave per ferite riportate in combattimento il 15 giugno 1918. Sepolto nel cimitero di Medo
  • Caliandro Francesco di Pietro e di Argentiero Clotilde, nato a Ceglie Messapica il 21 luglio 1892 – S.Ten cpl della 258^ compagnia mitraglieri. Muore il 26 maggio 1917 sul Carso per ferite riportate in combattimento. Sepolto a Verbida Inferiore.
  • Foresio Michele di Eligio e di Calò Clarissa nato a Ceglie Messapica il 2 settembre 1892  S.Ten. cpl. del 56^ rgt. fanteria. Muore il 28 novembre 1915 nell’ospedaletto da campo n. 14 per ferite riportate in combattimento.
  • Galetta Giovanni di Domenico e di Vitale Lucia nato a Ceglie Messapica il 4 gennaio 1897  – S.Ten. cpl. del 95^ rgt. fanteria. Muore l’8 agosto 1920 per ferite riportate in combattimento.
  • Magno Donato Antonio di Vito e ndi Caramia Martina Comasia nato a Ceglie Messapica il 23 agosto 1891. Coniugato con Verardi Lucia Maria  – S.Ten. del 149^· rgt. fanteria. Muore il 22 agosto 1917 sul Carso per ferite riportate in combattimento.

Quattro nostri concittadini sono deceduti a seguito dell’affondamento delle navi-trasporto su cui erano imbarcati diretti a Salonicco e a Tripoli, a seguito del siluramento operato da sommergibili  della marina imperiale tedesca.

Palmisano Rocco Vincenzo di Angelo nato a Ceglie Messapica il 26 dicembre 1896 e Buscicchio Americo di Vincenzo e di Suriani Giulia   nato a Ceglie Messapica il 23 gennaio 1894, entrambi soldati del 39^ reggimento fanteria,   scompaiono il 15 febbraio 1917 in seguito all’ affondamento della nave Minas su cui erano imbarcati, diretti a Salonicco per essere impiegati sul fronte macedone; in questo giorno il  Minas viene silurato ed affondato da parte del sommergibile tedesco U-39.

Analogamente la mattina dell’11 maggio 1918 scompaiono in mare  a seguito dell’affondamento del piroscafo Verona, i soldati Dicembre Vincenzo di Cosimo e di Giordano Grazia nato a Ceglie Messapica il 3 giugno 1890, soldato del 34^ reggimento di fanteria e il soldato Colucci Giovanni di Francesco e di Moscato Angela nato a Ceglie Messapica il 25 marzo 1896, soldato del 39^ reggimento fanteria

Il piroscafo Verona, comandato dal capitano Guli, la mattina dell’11 maggio 1918 si trovava nel porto di Messina da dove prese il largo diretto a Tripoli con oltre 3000 uomini a bordo tra soldati e marinai. La nave giunse tra Calamizzi e Pellaio alle ore 13.00 circa, quando fu silurata dall’U-boot 52 comandato dal tenente di vascello Hellmuth von Doemming. Nell’affondamento del piroscafo perirono 812 uomini; gli altri 2000 furono salvati furono salvati dalle navi di scorta e dai pescatori giunti in soccorso. Uno dei soccorritori, il settantenne Matteo Gatto, morì in mare risucchiato dal gorgo nella nave in affondamento dopo aver portato a riva 30 uomini insieme al figlio Antonino e al sedicenne Giuseppe Tripepi.

Il nostro concittadino Demarchi Damiano, maresciallo dell’Aeronautica Militare da poco a riposo, custodisce tra le cose più care i cimeli del nonno Demarchi Cosimo nato a Ceglie Messapica il 25 agosto 1889,  alto m.1,60, capelli castani lisci, occhi castani, contadino, mulattiere,  soldato del 40^ rgt.fanteria –  764^ compagnia mitragliatrici (brigata Bologna), decorato di Medaglia d‘Argento al Valor Militare con la seguente motivazione_

“Soldato portaferiti di una sezione mitragliatrici, prestava amorevolmente la sua opera pietosa anche nei momenti difficili e su terreno fortemente battuto da fuoco avversario. Esempio mirabile di sprezzo del pericolo e di elevato spirito militare. Visto cadere tutti gli uomini necessari pel funzionamento di una mitragliatrice, si poneva egli all’arma continuando il fuoco, poscia provvedeva in difficili condizioni al rifornimento di munizioni, al collegamento col comando, sempre sereno, sempre pronto e noncurante del pericolo”.

Val Stizzon (quota 1186), 26 ottobre 1918.

Medaglia d’argento al valor militare concessa al soldato Cosimo Demarchi

Un’annotazione del tutto personale che ritengo doverosa, è quella per mio nonno materno Conserva Francesco  di Agostino e di Vitale Angela, nato a Ceglie Messapica il 17.7.1898,  altezza 165 cm, colorito roseo, capelli ed occhi castani, dentatura sana, contadino. Giunge al fronte il 5 giugno 1917, appena 19enne, destinato al 37^ reggimento della brigata Ravenna. Partecipa alla battaglia della Bainsizza, e, a seguito della ritirata di Caporetto (ottobre- novembre 1917) e al conseguente approntamento dell’ultima linea  difensiva Piave / monte Grappa, per non aver potuto lasciare la trincea sul Grappa, resta congelato ad entrambi gli arti inferiori che gli vengono subito amputati per impedire la cancrena. Egli rappresenta tutti i nostri numerosi  ragazzi nel fiore degli anni, ritornati feriti e mutilati;  il Ministero della Guerra, il 30.11.1918 gli concede l’autorizzazione a fregiarsi dello speciale distintivo d’onore per  i mutilati e il 4.2.1918 gli viene concessa la Croce al Merito di Guerra.

Numerosi cegliesi hanno fatto parte dei Reparti d’Assalto, di alcuni di essi non sono note le generalità complete e certamente ne mancano altri:

1

Argentiero Giuseppe di Pietro, bersagliere 18^ regg 19^ battaglione d’assalto

2

Bellanova Francesco di Rocco Soldato 1^ battaglione d’assalto

3

Caliandro Francesco fu Rocco Soldato 8^ reparto d’assalto

4

CaliandroPietro di Cosimo e di Pugliese Isabella, nato a Ceglie Messapica il 14 maggio 1897, Soldato del 9^ Reparto d’assalto. Disperso il 18 novembre 1917 sull’altopiano di Asiago in combattimento

5

Chiarelli Giuseppe di Antonio e di Principalli Caterina nato a Ceglie Messapica il 9 dicembre 1894 –  decorato di Medaglia di Bronzo al Valore Militare con la seguente motivazione:

“Tra i primi di un nucleo di arditi, dopo aver concorso in modo particolare alla cattura del presidio di una  posizione avanzata nemica, da solo si spingeva coraggiosamente fin presso la successiva posizione avversaria, garantendo in tal modo da sorprese nostri  reparti che si rafforzavano sulla nuova posizione raggiunta”.

Roccagliano 3 ottobre 1917

6

Ciniero Domenico di Giuseppe e di Urso Maria, nato a Ceglie Messapica il 21 aprile 1891 – soldato dell’11^ Reparto d’assalto. Disperso il 13 giugno 1918 sul Piave in combattimento

7

Conte Bartolomeo di Donato – soldato 2^ reparto d’assalto

8

Dimico Antonio di Pietro – bersagliere 19^ reparto d’assalto

9

Gallone Cataldo di Michele e di Leo Anna nato a Ceglie Messapica il 2 marzo 1892 – bersagliere del 12^ reparto d’assalto. Disperso il 20 giugno 1918 sul Piave in combattimento

10

Gallone Giuseppe fu  Pietro – soldato  del 1^ battaglione d’assalto

11

Leo Rocco fu Pasquale – soldato del 21^ reparto d’assalto –

12

Lerna Donato di Giuseppe  – soldato 9^ batt d’assalto – 4^ comp – 1^ sez mitragliere, decorato di Medaglia di Bronzo al Valore Militare con la seguente motivazione:

“Capo mitragliatrice, balzava insieme al proprio  battaglione all’assalto; oltrepassata la prima ondata, audacemente portava la sua arma a pochi metri dal  nemico e facendo intenso fuoco quantunque in posizione isolata, scoperta e controbattuta da due mitragliatrici  avversarie, si manteneva saldo sul posto per tre giorni consecutivi”.

Soville (ferrovia Montebelluna – Conegliano), 19 /24 giugno 1918

13

Monetti Domenico di Pietro – soldato del 19^ reparto d’assalto

14

Nigro Cosimo di Rocco Soldato – soldato del 5^ reparto d’assalto

15

Petrosillo Amedeo di Giuseppe  e di Conte Vita nato a Ceglie Messapica il 9 luglio 1898 – soldato del IX reparto d’assalto. Muore il 5 dicembre 1917 nella 72^· Sezione di Sanità per ferite riportate in combattimento

16

Piccoli Michele di Cataldo e di Vitale Luigia nato a Ceglie Messapica il 24 novembre 1896 – soldato del XXXV reparto d’assalto. Muore il 21 settembre 1918 nell’ospedale da campo n.167 per ferite riportate in combattimento. Sepolto a Salonicco Cimitero Militare

17

Suma Lorenzo di Pietro  – bersagliere dell’11^  reparto d’assalto.

Domenico Strada

Ceglie Messapica, maggio 2024

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1 commento su “I soldati Ryan che nessuno ha salvato”
  1. Da quando sono spariti i blog, penso che in tutti è sorto il desiderio di avere un altro strumento che parlasse di Ceglie, dei Cegliesi e di tutto ciò che avviene nel nostro territorio a beneficio di tutti e specialmente per tutti i Cegliesi sparsi per il mondo. Questo articolo del Generale Strada colpisce molto le coscienze, tocca la crudeltà delle guerre, genitori in ansia per i figli e figli , che quasi minorenni e sfortunati per essere nati in un epoca sbagliata, sono stati mandati al fronte per morire per cosa? Forse è facile parlare a posteriore ,con la realtà di adesso , però non si può non commuovere di fronte al sacrificio di tante giovani vite. Tornando ad oggi, vorrei ringraziare gli autori di queste news per l”idea che hanno avuto. COMPLIMENTI

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