Sarà uno dei misteri mai risolti il buio calato tra Luigi Caroli ed Angelo Palmisano. Un mistero che potrebbe avere dell’incredibile e che mai nessuno avrebbe immaginato o predetto. Sta di fatto che quasi a spoglio ancora aperto e che nel settembre del 2020 portò a Ceglie Messapica all’elezione a sindaco di Angelo Palmisano dopo il ballottaggio con Giusy Resta, tra lui ed il suo predecessore e se vogliamo mentore cala il gelo. Agli occhi degli osservatori e degli addetti ai lavori non ci fu e non c’è ancora oggi una risposta. Nessuno, dicevamo, avrebbe mai immaginato che dopo quasi dieci anni di vita amministrativa in simbiosi tra i due venisse eretto un muro. Angelo Palmisano era stato vice sindaco di Luigi Caroli, i due marciavano – almeno sembrava – in pieno accordo tanto che quando ci fu l’occasione Caroli lo sponsorizzò alla presidenza dell’Ambito. Insomma, era il naturale successore alla carica di primo cittadino e con la candidatura e l’elezione a consigliere regionale di Luigi Caroli molti pensarono che per la città si aprisse un’autostrada e che i vantaggi sarebbero stati evidenti.
In dieci anni l’attuale consigliere regionale ha letteralmente cambiato la città dal punto di vista urbanistico, culturale e di cantierizzazioni notevoli. Ma qualcosa si era rotto e non sappiamo cosa. Più volte è stato “provocato” Caroli a dare una risposta. Ma niente. Per lui – diceva – non c’era una risposta salvo a sottolineare come la gratitudine fosse sempre del giorno dopo. E questa la dice tutta su come il rapporto tra i due si sia incrinato. Chissà se un giorno sapremo la verità su quanto accaduto. Se qualcosa è realmente accaduto. Molte le spiegazioni che più di qualcuno ha voluto dare al fatto. E quella che appare più verosimile e che forse il primo cittadino avrebbe mal sopportato che qualcuno dicesse che era lo strumento in mano al suo predecessore. Ma è una ipotesi probabilmente poco reale.
Ma, fin quando uno dei due non ci dirà il perché della rottura di un connubio che sembrava resistente, tutte le ipotesi sono possibili. La cosa più importante, comunque, è stata quella che da subito questo “conflitto” ha condizionato la vita amministrativa. Il gruppo consiliare ne ha risentito. Eccome. Inutile ricordare che le liste erano state preparate da Caroli e che in un certo qual modo c’era una normale “appartenenza”. I nuovi dovevano farsi le ossa accanto ad una squadra di veterani come Giovanni Argentiero, presidente uscente del consiglio comunale, Grazia Santoro, assessore con Caroli, Pierangelo Mita e Pietro Santoro tanto per menzionarne qualcuno. La giunta composta scegliendo, come si era stabilito, dalle liste. Passano i mesi e iniziano ad emergere le fibrillazioni.
Non tutti sono soddisfatti dell’operato dell’amministrazione Palmisano. Vengono lanciati al sindaco segnali mai raccolti. Ricordiamo, tra i tanti, la richiesta di Grazia Santoro e Pierangelo Mita di una rappresentanza in giunta vista che la loro lista, tra le più suffragate, non aveva assessori. L’occasione erano statele dimissioni dell’assessore Mina Vitale. Ma non ci fu apertura. Si va comunque avanti e non passò indolore, per esempio, la scelta di Emanuela Gervasi ad assessore. Scelta che era in contrasto con quanto pattuito ovvero che gli assessori venissero scelti tra chi si era candidato. Si arriva alle dimissioni da consigliere comunale di Giovanni Argentiero, vicinissimo a Luigi Caroli, come quelle di Grazia Santoro e Pietro Santoro. Dimissioni non di poco peso e che la giustificazione “per motivi personali” era la solita frase che si usa.
Ma nonostante questi “segnali” per il sindaco Palmisano non ci sono problemi e che lui va avanti, giustamente, per la sua strada. Si dimette un altro assessore, Pasquale Idrontino e dopo lunghi mesi al suo posto è chiamato un altro esterno, l’avvocato Geppy Scatigna. Si va avanti e come un fulmine a ciel sereno arrivano le dimissioni da assessore di Antonello Laveneziana. Il sindaco commenta che non c’è nulla di polemica ma che si tratta di motivi di lavoro. Sarà così? allora perché Laveneziana nel suo annuncio parla di rimanere comunque al servizio della città? Qualcuno ha ventilato l’ipotesi che le sue dimissioni siano state dettate da Luigi Caroli che, ovviamente, smentisce. Mai in una consigliatura si sono registrate tante dimissioni o da consigliere comunale o da assessore. In occasioni del genere, solitamente, ci si ferma un attimo per fare il punto della situazione. Una volta si parlava di verifica. Una volta, almeno, quando la politica apparteneva ai partiti era così. Mancano meno di due anni al rinnovo del consiglio comunale. C’è già che intravede una vera resa dei conti all’interno del centrodestra e meglio ancora in casa Fratelli d’Italia. Luigi Caroli, segretario provinciale del partito meloniano si troverà a gestire una situazione non facile. Staremo a vedere.
Luca Dipresa