La struttura taglia i ricoveri, la Asl di Brindisi finisce sotto accusa. Amati: “Commissariare”. Caroli: “Era tutto previsto”. E i sindacati proclamano lo stato di agitazione dei dipendenti
di Luca Dipresa
Sembra una partita a poker quella che si sta vivendo in queste ore al Centro di Riabilitazione San Raffaele. Protagonisti i consiglieri regionale Luigi Caroli (FdI), Fabiano Amati (Azione), l’Asl di Brindisi e la Regione Puglia. Il tutto guardando al pronunciamento del Tar in programma il prossimo 4 settembre. Della vicenda ce ne stiamo occupando da giorni e le novità riguardano le ultime ore. Ma andiamo con ordine.
Il consigliere regionale Luigi Caroli in una nota afferma che “Senza avere la sfera di cristallo, ma con la forza della ragione e dei numeri, avevamo messo in guardia il Consiglio regionale quando il 20 maggio scorso si è approvata una legge che trasferiva la gestione del Centro di Riabilitazione San Raffaele di Ceglie Messapica alla ASL di Brindisi, dopo 24 anni ininterrotti di proroghe tutte concesse da governi di centrosinistra”. Ed ancora “In quella seduta evidenziammo che i fondi previsti erano del tutto insufficienti e che la gestione pubblica sarebbe costata più di quella privata”. Quindi l’accusa: “Gli allarmismi di chi ha provocato tutto questo dovrebbero essere rispediti al mittente, unico responsabile del caos e non sui pazienti e sulle loro famiglie”. E vuol essere ancora più preciso. “La fretta di buttare fuori la Fondazione San Raffaele – afferma – che improvvisamente da fornire un’assistenza di eccellenza (testimoniata dall’allora premier Conte, il presidente Emiliano e i vari direttori generali della ASL, compreso l’ultimo, Maurizio De Nuccio, non più di un anno fa, al suo insediamento) è diventato un soggetto poco affidabile che gestisce illegittimamente la struttura. E il centrosinistra e il collega Amati in questi 24 anni dove sono stati? Per questo motivo ritengo opportuno che venga istituita una Commissione d’Inchiesta che faccia chiarezza a 360 gradi, dalle proroghe e ai servizi offerti”.
L’agosto torrido in attesa del giudizio del Tar
E proprio Fabiano Amati torna a farsi sentire sui recenti provvedimenti adottati dall’Asl. “È incredibile ciò che sta succedendo al Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica”, tuona l’esponente di Azione. Al centro il fatto che “la ASL blocca i ricoveri perché ha accertato la mancanza dei requisiti organizzativi e in particolare la carenza di medici fisiatri e neurologi”. Ma non solo: “la Regione interviene chiedendo alla Asl di non bloccare i ricoveri, giustamente, previa integrazione del personale mancante e la nomina di un direttore sanitario; la Fondazione San Raffaele, senza alcuna integrazione di personale e quindi in condizioni di sicurezza del tutto carenti, continua a ricoverare le persone, e in particolare soggetti con necessità di neuroriabilitazione ad alta intensità di cura (codice 75)”.
Tutto questo per Amati non fa altro che “mettere a rischio la sufficienza della cura, a questo punto con intenti fortemente dolosi e strumentalizzando i malati”.
Per Amati a questo punto c’è la “necessità di commissariare la ASL di Brindisi almeno sulla specifica attività riguardante il Centro di Ceglie Messapica, perché la condotta assunta è in grado di mettere in discussione la riabilitazione intensiva erogata dalla sanità pubblica regionale e le aspettative dei lavoratori. Di tutto questo, come di tutto ciò che in passato ho ravvisato come elemento di approfondimento, ho informato il Procuratore della Repubblica di Brindisi”.
Assemblea con il personale, preoccupata anche la Fials
E quel che accade non fa altro che mettere in ansia tutto il personale. E dopo lo stato di agitazione proclamato delle federazioni della Cisl, Cgil e Uil anche la Fials, il sindacato che rappresenta molti operatori si associa. Ieri, lunedì, c’è stata un’assemblea che in risposta alle criticità ha deciso, all’unanimità, di chiedere alla segreteria l’indizione di uno stato di agitazione. “Questa decisione – si legge nel comunicato – si rende necessaria per accelerare le procedure di commissariamento, ritenute indispensabili per tutelare i lavoratori e garantire un ambiente di lavoro sicuro e adeguato e per conoscere le sorti di personale che da anni, con abnegazione, ha a cuore la salute dei suoi pazienti”. Inoltre, la FIALS chiede con forza di “procedere immediatamente all’internalizzazione del personale, impegnandosi a mettere in campo tutte le forze possibili per raggiungere questo obiettivo”.