30 Ottobre 2024

San Raffaele, le carte in Procura

La Procura di Brindisi
La Procura di Brindisi

Il presidente della Commissione Bilancio, Amati, denuncia la “gravissima situazione” della struttura sanitaria. Replica Caroli: “Dai magistrati ci vado anch’io”

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“Nella gestione del Centro neuromotulesi di Ceglie Messapica, di titolarità pubblica e gestito in sperimentazione dalla fondazione San Raffaele, stanno emergendo ventiquattro anni di cattive sorprese”.

Lo afferma il presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati, annunciando di averne informato anche la Procura di Brindisi per le dovute competenze.

“Mi pare di poter dire che la situazione del San Raffaele è gravissima sotto i profili clinici, gestionali e organizzativi. Sono infatti venuti alla luce – sostiene Amati – decine e decine di atti, in un arco temporale di 24 anni, idonei a dimostrare carenze nel rispetto delle prescrizioni sul setting assistenziale, incoerenze sull’assegnazione dei tetti riferiti ai codici autorizzati e relativi pagamenti, insufficienze strutturali in base ai regolamenti di accreditamento”.

“Siamo insomma di fronte a una struttura pubblica, di rango ospedaliero, trattata però – argomenta il consigliere regionale – come una qualsiasi RSA con convenzione, attraverso l’uso illegale di uno strumento legislativo, la sperimentazione gestionale, assegnato con forme non rispettose dell’ordinamento giuridico.

Ne deriva che riportare anche l’autonomia gestionale sotto la responsabilità dei sanitari dell’ospedale Perrino di Brindisi, avvalendosi del personale attualmente in servizio, è quindi un obiettivo di salute, sicurezza e legalità”.

Amati conferma poi sostenendo di “aver già messo nella conoscenza della Procura della Repubblica di Brindisi tutti gli atti e i fatti da me conosciuti, così come è dovere di un amministratore pubblico, e, qualora il Governo nazionale dovesse impugnare dinanzi alla Corte costituzionale la legge regionale, informo che il Centro di Ceglie Messapica, anche ai sensi dei regolamenti vigenti (altro che legge regionale) non può continuare ad assicurare il servizio, per cui il transito della gestione agli organici sanitari del Perrino è il minimo sindacale. E si spera che questo obiettivo possa essere raggiunto con la collaborazione della Fondazione San Raffaele e senza costringermi a interpellare organismi di Polizia sanitaria (Nas).”

Immediata la risposta del consigliere regionale Luici Caroli: “Apprendo dal collega consigliere Amati che ha “messo nella conoscenza della Procura della Repubblica di Brindisi tutti gli atti e i fatti da me conosciuti…”. Presumo anche i 15 anni di proroga alla Fondazione San Raffaele, senza gara, della gestione del Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica: 15 anni di governo del centrosinistra in Puglia, prima con il presidente Vendola e poi con Emiliano. Una precisazione doverosa perché in questi ultimi tempi è come se si facesse credere ai brindisini e ai pugliesi che ci sia un centrodestra favorevole alla gestione privata del Centro, mentre il centrosinistra vuole una sanità pubblica. Non è cos?: su questa vicenda hanno solo e sempre deciso tutto i governi che si sono succeduti, dove mi sembra che Amati sia stato anche assessore. La vera domanda è: come mai Amati solo nel 2024 ha voluto internalizzare la gestione? Perché non ha proposto prima la legge regionale e perché non è andato prima in Procura?

“Quindi, nelle more che la Procura di Brindisi faccia chiarezza, annuncio fin d’ora che anch’io andrò in Procura martedì prossimo 23 luglio se lunedì la ASL di Brindisi non avrà fatto accomodare fuori dalla porta la Fondazione San Raffaele. Lunedì prossimo, 22 luglio, scadono i 50 giorni che la legge regionale ha concesso alla Asl per il trasferimento e gestione dei servizi sanitari e non dal privato al pubblico. Forse a qualcuno ieri, in audizione, è sfuggita quella che potrebbe essere una notizia di reato, se non un vero e proprio allarme: il contratto/proroga con il San Raffaele è scaduto e quindi – conclude Caroli – la Fondazione sta gestendo la struttura senza titolo. Se succedesse qualcosa di chi sarebbe la responsabilità?”

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