L’esecutivo nazionale è intenzionato a impugnare la legge pugliese che prevede il passaggio al servizio pubblico del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica
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“Ci è stato comunicato dall’ufficio legislativo del ministro leghista Calderoli il preannuncio d’impugnativa della legge regionale per internalizzare il servizio di riabilitazione intensiva del San Raffaele di Ceglie Messapica”. Lo ha fatto sapere il consigliere regionale Fabiano Amati in relazione al processo di internalizzazione del Centro di riabilitazione di Ceglie votato dal consiglio regionale nel maggio scorso.
“E’ una decisione fuori da ogni logica di fatto, di diritto e di contabilità pubblica, assunta da chi – il Governo – ci bacchetta continuamente per il mancato impegno sul potenziamento dei servizi e sugli sprechi, ma che in questo caso difende disservizi e sprechi” ha commentato Amati da mesi impegnato in prima fila sul passaggio dal privato al pubblico della struttura sanitaria d’eccellenza. La partita si gioca ormai su posizioni che un tempo sarebbero state definite ideologiche ma che oggi appaiono soprattutto di scuderia, di appartenenza a gruppi interessati a tutelare, secondo diverse visioni, le prestazioni sanitarie e la continuità dei circa 180 lavoratori in forza al San Raffaele di Ceglie.
Il consigliere Amati, presidenti della Commissione Bilancio alla Regione, ha sottolineato che “La Regione e l’assessorato (onore ai dirigenti Montanaro, Nicastro, Caroli, Carbone, Memeo e ai loro funzionari) hanno risposto punto su punto (con abbondante documentazione e tutta a disposizione di chiunque volesse approfondire) alle obiezioni ripetitive e anche strumentali, ma i ministeri sembrano non voler capire, perché l’input politico è evidentemente quello d’impugnare per sabotare. Ma non ci riusciranno, perché sulla base di tutta la documentazione venuta fuori e di tutte le inadempienze accertate, il motivo dell’internalizzazione non insiste più sulla legge regionale ma sulla violazione sistematica di tutti i regolamenti vigenti, per cui chiunque non dovesse procedere a realizzare l’obiettivo d’internalizzazione si esporrebbe a dare ulteriore continuità all’eventuale reato di truffa aggravata (così come mi pare), oltre a tanti altri probabili reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e in particolare quelli sanitari”.
Il rappresentante politico ha fatto sapere nelle ultime ore di essersi rivolto “alla serietà umana e professionale del Procuratore della Repubblica di Brindisi e agli organismi di Polizia sanitaria (Nas), com’è mio dovere quando ho il sospetto che una qualsiasi condotta possa far ravvisare la necessità di deferire all’Autorità giudiziaria ogni verifica”.
Purtroppo, chi sta ostacolando l’iniziativa di sanità pubblica che riguarda il Centro di Ceglie Messapica è accecato e non vede tante cose.