C’era una volta la città dell’arte e della gastronomia, persino una scuola internazionale di cucina nell’antico convento dei Domenicani. Ora tutto sembra svanito nelle feste di piazze
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di Domenico Strada
(collaborazione tecnica di Domenico Biondi e Rocco Minghetti)
È lunedì 30 settembre 2024, la nuvole sono portate a spasso da un vento balcanico che annuncia l’arrivo dell’autunno. L’entrata nell’atrio del castello ducale di Ceglie Messapica sollecita la mia acerba ma non del tutto sopita vena letteraria che riecheggia dai lontani studi liceali.
Le erbacce ormai rigogliose che spuntano dagli interstizi tra i ciottoli e le chianche, testimoniano verdi e silenti il fermo del cantiere per il restauro e rifunzionalizzazione del nobile maniero.
La tramontana tesa fa cigolare le deserte impalcature metalliche e svolazzare tristi e rassegnate le reti protettive, come a voler ricordare che il tempo scorre inesorabile ed è prossimo il 28 novembre 2024, giorno fatidico del fine lavori dell’importo di circa 3 milioni di euro, come recita il tabellone del cantiere che invece il tempo sembra sfidarlo, sicuro del fatto che per le opere pubbliche, in Italia, le scadenze non hanno alcun significato reale.
Scendo verso piazza Plebiscito, incrocio dei turisti che vagano senza una meta, il mio sguardo si posa sull’ingresso del convento dei domenicani, chiuso con un bel lucchetto. Campeggia il cartello istituzionale con la scritta impegnativa di Med Cooking School – Scuola Internazionale di Cucina Mediterranea; mi viene in mente che per accentuare il profilo di sobrietà dell’intestazione, sarebbe stato non male aggiungervi anche l’aggettivo “Peripatetica”pensando al magnifico chiostro percorso dai frequentatori assorti nelle loro ricette.
Mi sono sempre chiesto da cosa potesse discendere il carattere internazionale dell’Istituto di formazione. Mi sono dato una risposta forse non esaustiva: a livello mondiale non esiste un’altra struttura di pari valore storico/architettonico (un convento di Domenicani del ‘700 con annessa chiesa) che sia stata destinata ad una funzione così originale, con la realizzazione sul tetto di un enorme e ben visibile tubo di aspirazione in acciaio sfavillante forse si tratta di una scultura surreal-futurista pensata per far risaltare ancor di più l’eleganza del vicino campanile a tre archi.
Ritenuto indispensabile realizzare questa Scuola che ci invidia tutto il mondo, sarebbe stato forse più logico annetterla all’istituto Alberghiero e ristrutturare il complesso monastico e l’attigua chiesa, ora in condizioni preoccupanti, per destinarli alla fruizione religiosa, turistica e culturale.
D’altronde è stato deciso che l’identità della messapica Ceglie sia da associare alla cucina come riportato all’ingresso della città sui cartelli stradali che annunciano seri: Ceglie Messapica Città della Scuola Internazionale di Gastronomia; ma a ben guardare si intravede sottostante un’altra scritta che era stata coperta con della vernice scura ora scrostata in più punti: Ceglie Messapica Città d’Arte e Terra di Gastronomia. Parrebbe che l’arte sia improvvisamente venuta meno per ragioni al momento sconosciute.
Senza voler andare troppo lontano a Villa Castelli, Ostuni ed Oria complessi storici analoghi sono stati destinati a sede dei rispettivi musei. L’ultima sorpresa perviene da Francavilla Fontana dove il palazzo degli Imperiali, splendidamente ristrutturato, dal 2017 è sede del MAFF (Museo Archeologico Francavilla Fontana) finanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Puglia (Poc Puglia 2007 – 2013 – asse IV – linea 4.2 – azione 4.2.1). La direzione Scientifica del MAFF è stata affidata al prof. Gert Jan Burges, docente di Archeologia Mediterranea presso la Libera Università di Amsterdam), autore di numerose pubblicazioni scientifiche che, fra l’altro, ha condotto la direzione di ricognizione e scavo nei siti di Muro Tenente (Mesagne), Valesio (comune di Torchiarolo), Li Castelli (San Pancrazio Salentino), l’Amastuola (Crispiano), la direzione per la predisposizione della carta archeologica del comune di Costernino.
Sarebbe auspicabile che una piccola parte delle somme destinate ogni estate per finanziare spettacoli di ogni genere, fosse destinata per l’affidamento al prof. Burges del recupero dei siti archeologici cegliesi e dei reperti rinvenuti casualmente nel tempo sparsi qua e là affinché possano trovare una loro giusta sistemazione nel nostro museo, rivedendone anche la relativa location.
La speranza è che prenda nuovo slancio la vita culturale della città in modo che alla ormai consolidata tradizione culinaria vada ad affiancarsi la consapevolezza della propria millenaria identità storico-archeologica.
Ceglie Messapica, 2 ottobre 2024