21 Novembre 2024

Neurolesi, c’è l’ipotesi trattativa

Accuse e polemiche sulle cure al San Raffaele. Ma si fa concreta l'ipotesi di un negoziato

La Fondazione San Raffaele “aperta” per trovare soluzioni con i “soggetti istituzionali”. Amati insiste: “L’Asl verifichi le cause degli ultimi decessi”. Caroli: “Serve più equilibrio”. La Fondazione San Raffaele: “Accuse false e tendenziose, ora intervenga Emiliano”

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Il Tar di Lecce con un’ordinanza pubblicata stamane, 5 settembre, ha confermato quanto stabilito nella seduta di ieri confermando il provvedimento di sospensione degli atti con cui  la Asl di Brindisi ha dato via all’internalizzazione dei dipendenti così come stabilito dalla legge regionale votata dal consiglio regionale pugliese nel maggio scorso. I giudici amministrativi hanno rimesso le “parti all’udienza del 18 settembre dove si discuterà anche degli altri atti assunti dalla Asl” nella complessa querelle che la Fondazione San Raffaele ha oggi definito “ singolare improvvisa crociata contro la Fondazione che da due decenni garantisce un servizio altrimenti assente sul territorio”. La nota della Fondazione è stringata e tesa a difendere le proprie ragioni, ma in tre righe si ipotizza un passaggio negoziale accarezzato dal presidente Michele Emiliano e ieri anticipato da Ideanews. Scrive la Fondazione San Raffaele: “La Fondazione ribadisce inoltre la piena apertura a partecipare ad un tavolo di confronto con le Istituzioni coinvolte così da stemperare polemiche e evitare ulteriori strumentalizzazioni”.

Sarebbe la svolta naturale,  si tratta però di valutare quali sono gli elementi da portare al tavolo e con quale contropartita, un orizzonte ancora lontano e offuscato da accuse e denunce che ancora infiammano il terreno di scontro. Ancora una volta i protagonisti sono stati i consiglieri regionali Fabiano Amati e Luigi Caroli.

Gravi le ipotesi di accusa lanciate dal consigliere Amati.

“Pare che nell’ultima settimana siano morti tre pazienti nel Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. Per ottenere conferma e verificare l’eventuale inappropriatezza delle cure, ho presentato alla Asl di Brindisi un’istanza con richiesta di riscontro immediato.

La richiesta mira a ottenere conferma della notizia e in particolare: se è vero che un paziente, non italiano e con condizioni cliniche in miglioramento, sia stato ritrovato morto nel letto di degenza dopo diverse ore dall’evento e, nel caso, quale sia stata la causa del decesso; se è vero che un altro paziente sia deceduto e, nel caso, per quale causa e in quale condizione clinica; se è vero che un paziente si sia aggravato durante la degenza, perciò trasportato presso l’ospedale Perrino di Brindisi e deceduto nello stesso ospedale o durante il trasporto.

Il motivo della richiesta è funzionale a comprendere se siano state rispettate tutte le modalità clinico-organizzative imposte dalle leggi e dai regolamenti, e se il personale sanitario utilizzato nella gestione dei casi fosse in possesso di tutte le abilitazioni e specializzazioni idonee”.

A stretto giro di posta la replica di Luigi Caroli.

“Delle due l’una: o il Centro di Riabilitazione San Raffaele di Ceglie Messapica è la nuova clinica degli orrori pugliese o i 45 verbali redatti dalla ASL di Brindisi, a seguito di 45 ispezioni in poco più di un mese sono falsi, visto che anche nell’ultimo, datato 4 settembre, viene messo nero su bianco che <le condizioni assistenziali risultano adeguate>.

“Per questo invito il collega Fabiano Amati e la ASL di Brindisi di trovare un punto di equilibrio, perché le notizie a dir poco allarmanti che vengono quotidianamente diramate alla stampa sono in discordanza rispetto alle verifiche amministrativo-sanitarie che i dirigenti medici e i tecnici della prevenzione della ASL fanno ogni giorno in modo accurato e dettagliato, visto che le ispezioni durano dalle tre alle cinque ore. Fuori tema aggiungo: se le strutture sanitarie pubbliche brindisine fossero oggetto di 45 ispezioni in poco più di un mese cosa sarebbe stato scritto nei verbali? Ma questa è un’altra storia…

“Per questo sollecito una commissione regionale d’inchiesta che faccia chiarezza soprattutto sui 24 anni di proroga, ma anche sulla verità attuale. Nel frattempo, siccome a pagare il prezzo più alto sono i pazienti – non ci sono più ricoveri, centinaia di persone che hanno bisogno di riabilitazione (codice 56, ma anche codice 75) non vengono accettati e sono allo sbando – richiamo tutti al senso di responsabilità: teniamo fuori la politica da questa storia, non facciamo propaganda su chi vuole la sanità pubblica e chi quella privata convenzionata. Qui tutti vogliamo la migliore sanità e aver approvato in fretta una legge che faceva tornare tout court la gestione della struttura di Ceglie in capo alla ASL, è stato un errore. Lo avevamo detto in Consiglio che ipotizzare un trasferimento delle funzioni in piena estate avrebbe provocato il caos… siamo stati facili profeti.”

Al consigliere Amati ha replicato anche la Fondazione San Raffaele con una nota del presidente Sergio Pasquantonio.

“La Fondazione San Raffaele – si legge nella nota – sconcertata e stanca per le false, tendenziose, strumentali e vessatorie dichiarazioni del Consigliere Fabiano Amati chiede un intervento del Presidente Emiliano affinché la situazione possa essere ricondotta su binari civili.

Il Consigliere continua a formulare infatti pesantissime, infondate accuse sia nei confronti della scrivente Fondazione che nei confronti dell’autorità giudiziaria amministrativa procurando sconcerto ed ingiustificato allarme nei pazienti, familiari e dipendenti destabilizzando la normale doverosa assistenza sanitaria.  

Non comprendiamo le ragioni di tanto odio e tanta arroganza nel condurre una battaglia solitaria come per mandato divino, libero da ogni limitazione o restrizione nell’esercizio del potere concessogli. Nei fatti è il Presidente della Commissione Bilancio, nella grottesca commedia che ha messo in piedi il Ministro dell’autorità divina che pontifica, legifera, sentenzia, sermoneggia su ogni cosa possa solleticare il suo ego personale.

Esprimiamo comunque la nostra solidarietà perché è di fatto palese che – conclude Pasquantonio – stia attraversando un particolare momento della sua vita”.

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