Il Tar di Lecce blocca il passaggio alla gestione pubblica del Centro di riabilitazione: “L’Asl non ha personale”. Amati parla di decisione vergognosa e chiede a Emiliano di impugnare l’ordinanza. La Fondazione San Raffaele rilancia la possibilità e disponibilità ad un confronto. L’udienza per la trattazione di merito in calendario tra sette mesi
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Con 24 ore di ritardo rispetto alle attese il Tar di Lecce ha accolto la richiesta di sospensiva della fondazione San Raffaele degli atti prodotti dall’Asl di Brindisi dopo l’approvazione della legge regionale che stabilisce il passaggio dalla gestione privata a quella pubblica del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. In sostanza secondo i giudici amministrativi l’Asl al momento non sarebbe in grado di subentrare nella gestione privata per carenza di personale. Una decisione che ha fatto gridare tre volte “vergogna” al consigliere regionale Fabiano Amati.
Di fatto secondo il Tar il «il subentro pubblico nella gestione, con la tempistica indicata negli atti gravati» avrebbe rischiato «di procurare una soluzione di continuità nella erogazione delle delicate prestazioni sanitarie (finora) assicurate dalla Fondazione ricorrente», pertanto resta tutto congelato fino al 9 aprile del prossimo anno, data in cui è stata fissata l’udienza per la trattazione di merito.
L’ira del consigliere Amati: “Decisione vergognosa”
Una ordinanza “vergognosa”, ha commentato a caldo il consigliere Fabiano Amati, che da tempo ha avviato una battaglia per la ripubblicizzazione del Centro neurolesi e motulesi di Ceglie Messapica. Quindi la richiesta al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano di “impugnare l’ordinanza davanti al Consiglio di Stato e di portare avanti tutte le iniziative per dar seguito alle corrette azioni messe in campo con la legge regionale 21del maggio 2024 e con i conseguenti provvedimenti amministrativi da parte del dipartimento regionale e della Asl.
Per Amati l’ordinanza di sospensiva è irragionevole quando sostiene che ci sarebbe un rischio di soluzione di continuità nell’erogazione del servizio e in tal modo giudica di fatto sulla idoneità del Piano emergenziale assistenziale elaborato, “atteso che il Perrino è un centro di eccellenza e ha medici con requisiti e titoli comprovati, mentre il Dipartimento di prevenzione della Asl Brindisi ha accertato che molti medici e dipendenti della Fondazione San Raffaele a Ceglie non hanno i titoli o la specializzazione idonea al trattamento di pazienti particolarmente gravi”.
Nel provvedimento, il Tar, “sospende l’efficacia dei provvedimenti impugnati” ma introduce quella che Amati definisce una sorta di benevola raccomandazione, un “monito morale” che Amati ritiene paradossale, con l’inciso: “fermo restando il doveroso rispetto, da parte della Fondazione ricorrente, dei requisiti minimi organizzativi e degli standard assistenziali normativamente prescritti”. Standard, ricorda ancora Amati, che il dipartimento prevenzione della Asl ha riscontrato non essere rispettati.
“E’ evidente che la resistenza della Fondazione – afferma ancora Amati – è finalizzata a portare avanti una negoziazione che induca la pubblica amministrazione e non agire nei suoi confronti per chiedere la restituzione della somme pagate per prestazioni non autorizzate”.
La Fondazione San Raffaele disponibile al dialogo
Nessun commento dichiarato sulla decisione del Tar ma un’offerta di confronto con la Regione sono venuti dalla Fondazione San Raffaele: “Come suo stile, in merito al provvedimento emanato oggi dal Tar di Lecce la Fondazione San Raffaele non commenta le decisioni della Magistratura ma le rispetta” ha affermato il presidente Sergio Pasquantonio. “Riconferma la propria disponibilità a favorire il sereno passaggio della struttura alla Asl BR, sulla base delle disposizioni di legge, attualmente vigenti, come già dichiarato il 10 settembre scorso nell’incontro con il Presidente Emiliano ed i dirigenti regionali e della Asl. Tale passaggio – sottolinea Pasquantonio – dovrà garantire l’assunzione di tutto Il personale attualmente in forza alla struttura secondo le norme e procedure che la Pubblica amministrazione dovrà porre in essere. Nell’attesa di tali attività – conclude il presidente Pasquantonio – la Fondazione garantirà, come ha sempre fatto, la più completa e migliore assistenza ai pazienti”.
“Si istituisca una Commissione d’inchiesta”. Caroli propone la legge
Una Commissione per accertare gli eventuali episodi di malasanità: è la proposta di Luigi Caroli, consigliere regionale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia.
“Pasti cucinati altrove perché nelle cucine è stato trovato il batterio della listeria, fortunatamente isolato in tempo. Neonati che vengono partoriti nell’autoambulanza e che poi devono essere trasferiti a Lecce perché a Brindisi non c’erano le condizioni per assisterlo… tutto questo è accaduto, nelle ultime 24 ore, nel più grande ospedale della provincia, il Perrino” sostiene Caroli.
“E, poi, qualcuno – prosegue – si meraviglia che i giudici del TAR di Lecce hanno concesso la sospensiva alla Fondazione San Raffaele, per continuare a gestire il Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica, perché la ASL di BR (dalla quale dipende il Perrino) non sarebbe in grado di prendere in carico il servizio sanitario.
“Ma possibile che se ne sono accorti tre giudici amministrativi e non se ne accorgono in Assessorato e in Dipartimento alla Sanità? Ma veramente qualcuno vuole farci credere che alla base del contenzioso fra Fondazione San Raffaele e Regione ci siano motivi che vanno esclusivamente nell’interesse della salute dei pazienti? Totò direbbe: ma mi faccia il piacere!
“Per questo motivo oggi più che mai è importante che venga approvato da tutto il Consiglio regionale la proposta di legge (che ho già presentato) per istituire una Commissione d’inchiesta sul Centro di Riabilitazione per capire – ha concluso Caroli – cosa è successo negli ultimi 24 anni e verificare se siamo di fronte a motivi concreti di malasanità oppure a pregiudizi di malapolitica da campagna elettorale.”