23 Ottobre 2024

L’“autunno calmo” del sindaco

Il tavolo dell'amministrazione comunale in Consiglio comunale
Una recente seduta del Consiglio comunale di Ceglie Messapica

Da cinque mesi si attende il sostituto dell’ex assessore Laveneziana. Palmisano congela le pedine provocando sconcerto tra gli alleati e i suoi ex. A un anno dal voto si attendono le mosse dei partiti. Nel centrosinistra si guarda alle (probabili) iniziative del Pd

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di Luca Dipresa

A Ceglie, soprattutto al tempo della prima repubblica con l’egemonia della DC, c’era un detto di uso comune e che serviva per rinviare decisioni di un certo rilievo. Il detto era “dop li fich”. Questo in sintonia con la tradizione locale che voleva che i cegliesi nel periodo estivo si trasferissero in campagna dove, tra le altre cose, si raccoglievano, si seccavano e si cuocevano i fichi. Molti li “maritano”, dando vita ai fichi maritati, una tradizione che altre realtà ci hanno quasi scippato dando vita sagre di livello nazionale. 

Premessa indispensabile per ritornare ai giorni nostri e spiegare come, in un certo qual modo, il detto viene riproposto.

Il riferimento è alla mancata sostituzione dell’assessore dimissionario Antonello Laveneziana. Ancora non viene sostituito e sono trascorsi più di cinque mesi (le dimissioni risalgono al 4 maggio scorso). Le motivazioni? Nulla è dato sapere. La delega di Laveneziana era di un certo peso come quella alla cultura. Si vociferava che il sindaco avrebbe comunicato il nome del nuovo assessore nel corso della recente seduta di consiglio comunale. La mancata nomina, stando alle voci è che questa volta ci sarebbero diversi consiglieri comunali della maggioranza che non gradirebbero che anche questa volta il sindaco pescasse dall’esterno.

Già nel corso delle sostituzioni dei dimissionari Anna Vitale e Pasquale Idrontino si registrarono alcuni mugugni per aver scelto due esterni: Emanuele Gervasi e Geppy Scatigna.

Mugugni perché veniva meno quel criterio che voleva la scelta degli assessori tra gli eletti o tra chi si era candidato nelle liste che vinsero le elezioni. Per molti la scelta di esterni venne letta come una sorte di bocciatura per chi era stato eletto o si era candidato. Può essere questo il motivo del ritardo? Il punto di domanda appare più che legittima. Sempre raccogliendo voci c’è, per esempio Cataldo Rodio, consigliere comunale di lungo corso che avrebbe avanzato la propria disponibilità.

Siamo ad appena un anno dal rinnovo del consiglio comunale ed il quadro politico locale inizia a delinearsi. Sul tavolo la rottura tra Luigi Caroli ed il suo vice, oggi primo cittadino e suo “naturale” successore, Angelo Palmisano. Un problema che all’interno di Fratelli d’Italia non appare di poco conto. Cosa accadrà? Anche qui un punto di domanda che prima o poi si dovrà chiarire. Nel corso della consiliatura che volge al termine ci sono stati una serie di episodi politici che stigmatizzavano la frattura tra i due. Le dimissioni di diversi consiglieri comunali, fra tutti quelle di Giovanni Argentiero (fedelissimo di Caroli) e Grazia Santoro, in chiaro dissenso con il sindaco, furono accadimenti non passati come un normale disimpegno per le rituali “motivi personali”.

Le stesse dimissioni di Antonello Laveneziana non sono passate inosservate e lettere come un riavvicinamento a Luigi Caroli. A questo si aggiunge l’altro dato politico, ovvero le posizioni di Forza Italia e Lega, forze politiche all’opposizione che per bocca dei loro responsabili locali, Giovanni Gianfreda e Pasquale Santoro, hanno detto che mai avrebbero ricostruito una maggioranza sullo schieramento nazionale con l’attuale sindaco.

E dall’altra parte? Intorno al centro sinistra c’è curiosità ed attesa. Una “curiosità ed attesa” che ben presto dovrebbe lanciare qualche segnale con il Pd soprattutto chiamato a prendere l’iniziativa.  Ci sarà anche a Ceglie il campo largo? E se si con quali protagonisti? La conclusione della consiliatura è ormai dietro l’angolo ed il paese attende segnali.

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