La deriva della Med Cooking School e soprattutto il degrado del complesso monastico di San Domenico, quasi sempre chiuso e utilizzato come magazzino di viveri. Tra lo scempio della Scuola di cucina del Mediterraneo, stracotta fin dall’inizio anche per la scelta del luogo, l’abbandono del tesoro barocco e la trascuratezza della storia di Ceglie Messapica. Qualcuno si sforza di reagire con generose iniziative, ma sembra soprattutto un “accanimento terapeutico”. Invece a Martina Franca…
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di Domenico Strada
Ecco perché l’erba del vicino è sempre più verde!
Lo scorso giovedì 6 marzo, una serata di quasi primavera, sono nella vicina Martina Franca per assistere alla presentazione del romanzo “Malbianco” da parte dell’autore Mario Desiati, martinese, vincitore del premio letterario Strega 2022.
Al termine, alle ore 20.00, prima di rientrare a Ceglie, nelle vie del centro storico mi imbatto in una chiesa con annesso chiostro ancora aperti nonostante l’ora. Si tratta del complesso dell’ex convento di San Domenico, di proprietà comunale contiguo all’omonima chiesa di cui si legge in rete “… dal 1994 parte del primo piano e tutto il secondo sono stati destinati dal Consiglio Comunale di Martina Franca a sede della Fondazione Paolo Grassi, con il preciso intento di consentire il recupero e fornire un punto di riferimento per iniziative culturali utili a rivitalizzare il centro storico e alla valorizzazione della città…”


Pur non volendo, mosso forse da una punta di invidia, faccio fatica a trattenere il mio pensiero dal non fare un raffronto con l’analogo complesso monastico cegliese di San Domenico, dove, purtroppo la chiesa settecentesca è chiusa da molto tempo perché necessita di un importante intervento di restauro come sembra evidentemente dimostrare la rigogliosa erba che fa bella mostra di se’ sul tetto lato di via Elia e della cappella dove è sepolta la duchessa Isabella de Noirot, ed il piccione che, immobile sul bordo del davanzale di una finestra aperta del convento lato ingresso principale della chiesa su via Ospedale Vecchio, sembra voler rivendicare il pieno possesso della struttura.
Dalla parte del chiostro e del convento, è rimasta l’indicazione della sede della Scuola Internazionale di Cucina Mediterranea (sic!), anche se dal 17 febbraio scorso, si è passati ad un profilo di utilizzo diverso.




La vegetazione cresciuta sulle pareti del complesso e persino sulle scale di ingresso della chiesa di San Domenico, ormai alloggio per piccioni e altri volatili. Cancello sbarrato invece per i turisti
Infatti da questa data è in fase di attuazione il Progetto “Tavola Rotonda 2.0” finanziato dalla Regione Puglia in attuazione della L.R. 13/2017, finalizzato a contrastare lo spreco alimentare attraverso “show cooking formativi” e ad insegnare a riutilizzare le eccedenze alimentari messe a disposizione dalle aziende dei comuni di Francavilla Fontana, Ceglie Messapica, Oria, Carovigno, San Michele Salentino e Villa Castelli. Come funziona il prelievo? Un “food truck mezzo di trasporto itinerante dotato di frigorifero” tipo “ronda” … recupererà, dalle aziende aderenti, i prodotti alimentari invenduti che verranno “stoccati presso la Med Cooking School” per essere poi “utilizzati per gli show cooking formativi previsti presso la sede il lunedì sera. Il cibo in eccedenza verrà trasformato e consegnato ai nuclei più bisognosi del territorio”.

E’ precisato che gli show cooking sono dei “veri e propri momenti formativi dove uno chef mostrerà le tecniche di realizzazione di un menu con i prodotti recuperati sensibilizzando sullo spreco alimentare ed insegnando come portare a tavola gli sprechi”.
Pensando che la presenza attiva ad uno di questi show cooking comportasse anche il rilascio di un attestato da poter inserire nel mio curriculum, lunedì 3 marzo vi ho partecipato; nella circostanza, utilizzando una cucina tipo masterchef posizionata con tanto di tubo di aspirazione, negli ambienti dell’ex ufficio anagrafe, è stata illustrata materialmente la preparazione “del piatto unico delizioso, gnocchi con pianta selvatica di senape e fonduta di caciocavallo”, con assaggio finale per gli astanti. “Una parte del cibo è stata destinata alle famiglie in difficoltà, un gesto di solidarietà che fa davvero la differenza”.

Al di là della professionalità degli operatori attuatori dell’iniziativa, sembra che questa iniziativa spot serva più che altro a dare una parvenza di utilizzo delle importanti infrastrutture didattico/culinarie installate nell’ex convento, per dare seguito al velleitario progetto di porvi la Scuola Internazionale di Cucina Mediterranea di cui si può recitare ormai un mesto “de profundis”.
Più che di spreco alimentare dovremmo parlare di spreco di risorse pubbliche in un contesto di palese degrado storico/architettonico, forse già irreversibile, che non sembra suscitare alcun interesse negli enti preposti alla tutela. Inviterei gli amministratori locali a partecipare ai prossimi cooking show, sia per cogliere utili indicazioni per la preparazione di nuove ricette, che per prendere cognizione dei luoghi.
Spero infine, per sopire il mio dolente campanilismo, che gli amministratori di Martina Franca, prendendo spunto una volta tanto da noi cegliesi, si facciano carico di organizzare nel loro chiostro di san Domenico, un cooking show per la preparazione del capocollo.