12 Marzo 2025

Una legge per i soldati dimenticati

Lentamente torna alla luce la storia degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi
Lentamente torna alla luce la storia degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi

Nei giorni scorsi è stata istituita la Giornata degli internati nei campi di concentramento tedeschi. Grazie alle ricerca e alla memoria recuperata sono state ricordate pure le sofferenze e la vita di quattro militari cegliesi che si ribellarono al nazismo e alla Repubblica di Salò voluta da Mussolini

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di Domenico Strada

 Il 15 febbraio prossimo entra in vigore la Legge 13.1.2025 n. 6 (già pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 25 del 31.1.2025), con cui viene istituita la “Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda guerra mondiale”, da celebrare ogni anno il 20 settembre “giorno nel quale nel 1943 Hitler modificò la condizione dei prigionieri di guerra italiani catturati dopo l’armistizio dell’8 settembre in quella di internati militari”.

Il fine della nuova legge è quello “di conservare la memoria dei cittadini italiani, militari e civili, internati nei campi di concentramento ove subirono violenze fisiche o morali e furono destinati al lavoro coatto, a causa del loro rifiuto di collaborare con lo stato nazionalsocialista e con la Repubblica Sociale Italiana”, nonché di “onorare la memoria” di tutti i militari uccisi a causa del loro rifiuto di aderire alla Repubblica fascista di Salò voluta da Mussolini per collaborare con i nazisti.

Soldati italiani in un campo di concentramento tedesco. Deportati perché oppositori alla Repubblica di Salo e fedeli all’Armistizio dell’8 Settembre

Pertanto con questa norma si cerca di incentivare la promozione e l’organizzazione di “iniziative, manifestazioni pubbliche” … “incontri, dibattiti,  momenti comuni di ricordo e di riflessione, ricerche e pubblicazioni per diffondere la conoscenza del valore storico, militare e morale della vicenda degli internati italiani nonché il ricordo delle sofferenze ad essi inferte, la violazione di tutte le leggi di guerra e dei diritti inalienabili delle persone e quale atto di coercizione affinché si trasformino in un messaggio di pace rivolto soprattutto alle giovani generazioni”.

Non manca il dovuto stimolo per gli enti amministrativi e le strutture scolastiche; è previsto infatti che “i ministeri dell’Istruzione e del Merito, dell’Università e della Ricerca, della Cultura, della Difesa e dell’Interno, stabiliscono le direttive per disciplinare l’eventuale coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni, delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nell’ambito della loro autonomia, e delle università nella promozioni delle iniziative per celebrare l’alto valore storico, morale ed educativo della Giornata”.

Per quel che riguarda Ceglie Messapica, nella più ampia cornice delle iniziative culturali finalizzate al recupero della memoria storico/militare, il presidente di Unitre Piero Maggiore, negli ultimi mesi ha organizzato vari incontri alcuni dei quali inerenti proprio il coinvolgimento di numerosi cegliesi nei tragici aventi trattati dalla neoistituita legge, ponendo in risalto il ruolo degli internati nella Guerra di Liberazione, ruolo rimasto nell’ombra sino a pochi anni orsono. Infatti con una legge del 2006, come loro riconoscimento morale, è stata introdotta la possibilità di ottenere la Medaglia d’Onore da parte dei familiari degli internati. Tale riconoscimento è stato già tributato a quattro internati cegliesi ormai deceduti: Antonio Mastantuono, Arcangelo Pepe, Vincenzo Lagamba e Michele Annese.

L’evento ha fornito l’occasione per raccontare a tutti le loro storie di dignitosa sofferenza rimaste confinate nei ricordi di pochi familiari ma che appartengono a tutta la comunità.

 Unitre si è anche interessata sia per predisporre un primo elenco di circa 200 concittadini che risultano essere stati internati che per dare supporto per la predisposizione delle istanze da inoltrare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’occasione è forse l’ultima per salvaguardare dalla dispersione foto, lettere, documenti, atti abbandonati nei cassetti, fino ad ora muti testimoni di una importante pagina di storia nazionale.

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