Chissà quanto tempo ci vorrà a Ceglie Messapica per conoscere il nome del nuovo assessore alla Cultura dopo le dimissioni di Antonello Laveneziana. Se il recente passato insegna qualcosa, potrebbero trascorrere alcuni mesi senza che la città abbia il nuovo assessore. E con il cartellone estivo ormai alle porte, dove turismo e cultura formano un binomio importante ed attrattivo, forse bisogna farsene una ragione. Senza dimenticare che a Ceglie, specie nella politica locale, è di moda il detto “dopp li fich’”, ovvero rimandiamo tutto a settembre quando la gente ritorna dalla campagna.
Tanti gli episodi della politica cegliese che si sono caratterizzato per questo detto. Però è sintomatico che per sostituire un assessore ci voglia del tempo. Per sostituire Arcangelo Idrontino con Geppy Scatigna ci sono voluti circa sei mesi. Ora, non è che questo sia vincolante o indispensabile, però non può non essere motivo di discussione riflessione. Che la situazione nella maggioranza non sia delle più solide è sotto gli occhi di tutti e le numerose dimissioni – circostanza che a memoria non ha precedenti – non possono passare come un normale fatto né le addotte ovvero per motivi professionali, familiari o professionali sono verosimili.
A metà consiliatura la maggioranza di centrodestra, e se vogliamo a marchio Fratelli d’Italia, ha fatto registrare qualcosa come tre consiglieri comunali dimessisi: Giovanni Argentiero, Grazia Santoro, Pietro Santoro e tre assessori: Mina Vitale, Arcangelo Idrontino, Antonello Laveneziana. Ci si fermerà a questi? In città molti scommettono che a breve ci potrebbero essere ulteriori abbandoni. Qualcosa di più lo dirà l’esito delle ormai imminenti elezioni europee. Come è noto, e senza giri di parole, la situazione nella maggioranza è diventata piuttosto critica o calda con quella frattura registrata a poche ore dalla chiusura delle urne del 2020 che decretò la vittoria di Luigi Caroli, che dopo due mandati approda in Via Gentile, a Bari ed il suo vice, Angelo Palmisano che gli succede. Un naturale passaggio di consegne tra i due che stava a significare la continuazione del progetto avviato più di due lustri addietro e che aveva rilanciato la città in ogni settore. Del perché sui motivi che hanno fatto allontanare Palmisano da Caroli resta ancora oggi un mistero. Nessuno dei due ha mai detto a chiari lettere cosa sia mai accaduto. Sta di fatto che ognuno prosegue per la sua strada pur stando nello stesso partito, Fratelli d’Italia.
Tra meno di due anni si tornerà a votare e vuoi o non vuoi qualcuno dovrà spiegare alla città cosa sia accaduto. E nella formazione delle liste di coalizione cosa accadrà? Staranno dalla stessa parte, sotto lo stesso vessillo? Un po’ di tempo e lo sapremo. Intanto la giunta viaggia “monca” di uno degli assessori che per una città d’arte come Ceglie avrà anche il suo peso. Aspettiamo.
E poi, il sindaco contravvenendo ad un patto sia pure non scritto che c’era stato e che prevedeva la scelta degli assessori dalle liste presentate nel 2020 si rivolgerà ancora all’esterno come fatto con Emanuela Gervasi e Geppy Scatigna? Possibile che tra i consiglieri che oggi siedono tra i banchi o che composero le liste mettendoci la faccia non ci siano professionalità che possono fare allo scopo? Se uno si presenta a consigliere comunale, va bene la gavetta. Però saprà pure cosa lo aspetta nel momento in cui viene eletto. Per la verità in città qualche nome circola ma, al momento, attendiamo qualche ulteriore verifica per evitare di “bruciare” qualcuno.