1 Aprile 2025

Il “sacco” artistico che ha cambiato Ceglie

Nelle tre foto: Largo San Rocco con il vecchio e nuovo monumento Caduti (con l'elmo im bronzo prima del furto). A destra: la chiesa dei Cappuccini abbattuta per far posto all'ampliamento dell'ospedale
Nelle tre immagini: Largo San Rocco con il vecchio e nuovo monumento ai Caduti (con l'elmo in bronzo prima del furto). A destra: la chiesa dei Cappuccini abbattuta per far posto all'ampliamento dell'ospedale

Sessant’anni fa furono decisi l’abbattimento della chiesa dei Cappuccini, per ampliare l’ospedale, e la sostituzione del monumento dedicato ai Caduti che ancora campeggia in Largo San Rocco. Scelte che hanno cambiato il volto della città segnandone la caratura culturale. Ma anche anni dopo si è proseguito con il saccheggio del convento dei Domenicani per far posto ad una “Cook room”. E ancora si attende una collocazione dei beni storici della città

©

di Domenico Strada

Il 29 marzo 1965 (60 anni fa!!), il Consiglio Comunale di Ceglie Messapica, all’unanimità dei presenti, decise “il rifacimento ex novo del Monumento ai Caduti del largo San Rocco necessario in seguito alla sistemazione a giardino dello spiazzo perchè non più intonato all’ambiente”. Questa decisione, ispirata da una dubbia sensibilità urbanistico-architettonica, portò all’abbattimento dell’originale Monumento inaugurato nel 1929, e alla realizzazione di quello, in cemento armato (ora pure annerito), in stile moderno-futurista, che oggi tutti possiamo vedere, ma non so fino a che punto possa ritenersi “intonato” all’ambiente circostante.

Sempre nel 1965, la città restò muta ed indifferente alla decisione di abbattere la seicentesca chiesa dei Cappuccini, per far posto alla realizzazione dell’ospedale, come se non vi fosse una idonea area altrove. Mah!!. Dopo 60 anni esatti c’è chi è tornato a parlare dell’area antistante la chiesa di San Rocco, proponendo l’allungamento del sagrato e la conseguente chiusura di corso Verdi al traffico veicolare (sic), con la risistemazione del Monumento ai Caduti che potrebbe anche prevedere l’eradicamento delle 3 splendide magnolie ora in ottima salute. In qualche modo, questi alberi hanno assunto il pietoso compito di  nascondere alla vista  l’anonimo ammasso di cemento  ora anche privo dell’elmo in bronzo, che prima ne ricordava la funzione.

Sicuramente ci sono ancora margini di peggioramento,

La scuola di cucina nel convento dei Domenicani

Così come la compianta chiesa dei Cappuccini, anche il complesso monastico di San Domenico non gode della dovuta attenzione da parte dei cittadini che impassibili, non hanno battuto ciglio quando i lungimiranti amministratori, a cui  non è mai mancato un certo gusto  storico-architettonico di tipo alternativo, lo hanno destinato a Scuola Internazionale di Cucina Mediterranea, con le annesse cucine avveniristiche da masterchef, come se non  vi fossero state altre location possibili, mentre l’annessa chiesa versa ormai in uno stato di drammatico degrado. Inutile parlare delle mura messapiche abbandonate al loro destino o del Museo che pare sia classificato come deposito. C’è da auspicare che qualcuno cominci a valutare l’ipotesi che è possibile anche un diverso modello di sviluppo che punti alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico in luogo del modello adottato fino adesso che segue la logica del “panem et circenses”.

Attendiamo con ansia di conoscere quale destinazione verrà data agli ambienti del castello quando i lavori di ristrutturazione saranno terminati. 

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *