31 Marzo 2025

Alla scoperta del Pasolini pugliese

Pier Paolo Pasolini a Taranto nel 1959
Pier Paolo Pasolini a Taranto nel 1959

Quanto la Puglia, con Taranto e il Salento in testa, ha ispirato il poeta e regista morto sul litorale di Roma nel 1975. Un libro di Silvano Trevisani racconta come e quanto questa regione abbia avuto un ruolo decisivo nello sviluppo artistico dello scrittore

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di Domenico Strada

Anche se solo di natura meramente informativa, ho ritenuto di fornire il mio contributo al già effervescente e coinvolgente clima poetico-letterario che si respira da alcuni anni a Ceglie.

L’occasione si è presentata nel leggere il recentissimo ed agile saggio di Silvano Trevisani Pasolini: “L’ergastolo della mia vocazione”. Gli esordi giovanili tra Giacinto Spagnoletti e la Puglia, edito da Macabor, in cui l’autore, laurea in filosofia, giornalista, originario di Grottaglie, capo redattore e responsabile dei servizi culturali del Corriere del Giorno di Puglia e Lucania, nonché poeta, racconta in una novantina di pagine dense e coinvolgenti, come Taranto e la Puglia in generale, abbiano avuto un ruolo decisivo nello sviluppo artistico del poeta, scrittore e regista friulano Pier Paolo Pasolini (1922 – 1975), conosciuto come una delle massime espressioni culturali del secondo Novecento italiano.

Il libro di Silvano Trevisani

Trevisani descrive come sia stato il critico e poeta tarantino Giacinto Spagnoletti (1920-2003) a fare in modo che fossero pubblicate le prime produzioni in lingua italiana del semisconosciuto Pasolini e a sostenerlo con convinzione nei suoi primi difficili passi editoriali.

Pasolini,  nei primi anni 50, partecipa alla 3^ e 4^ edizione del premio letterario Città di Taranto, con giuria presieduta da Giuseppe Ungaretti, ottenendo nel 1951 una menzione speciale con il racconto “Terracina” in cui sono protagonisti due “ragazzi di vita”, Luciano e Marcello che sono costretti ad arrangiarsi per sopravvivere. Questo racconto  in qualche modo, anticipa il noto romanzo “Ragazzi di vita”, pubblicato nel 1955, per cui il giovane Pasolini viene processato ed assolto a Milano, per oltraggio al pudore.

Il racconto “Terracina” viene pubblicato sul settimanale tarantino “La Voce del Popolo” di Antonio Rizzo (1917-1982), poliedrico uomo di cultura, il quale, tra l’altro, aveva fatto parte del gruppo di giovani scienziati noti come i “ragazzi di via Panisperna” diretti dal Nobel per la Fisica Enrico Fermi. Rizzo, fondatore del premio Taranto, è da subito un sostenitore di Pasolini.

L’Autore si sofferma poi su alcuni reportage redatti dal Pasolini – giornalista, a seguito di suoi viaggi effettuati, negli anni 50, in Puglia e nello “sperduto Salento”. Pasolini ha modo di raccogliere immagini raccontate poi nel 1964 durante le riprese del suo film “Il Vangelo secondo Matteo”; infatti numerose scene vengono girate a Ginosa, Massafra, Manduria, Gioia del Colle, Castel del Monte, Sant’Eramo in Colle. Sorge ora la curiosità di rivedere il film con le immagini di una Puglia di 60 anni fa, ormai quasi scomparsa, ma che è rimasta negli occhi di Pasolini.

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Nota della redazione – Clicca qui per vedere il film “Il Vangelo secondo Matteo” indicato da Domenico Strada. La visione è collegata al canale Youtube.

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