30 Gennaio 2025

La denuncia: “Offesa da frasi sessiste”

L'intervento di Giusy Resta al consiglio comunale del 28 gennaio
L'intervento di Giusy Resta al consiglio comunale del 28 gennaio

La consigliera di opposizione Giusy Resta accusa un rappresentante della maggioranza di averla apostrofata con una frase gravemente lesiva: “Chiedo le sue scuse e le sue dimissioni”. Sconcerto, polemiche e la solidarietà sui social, poi in serata l’ammissione del presunto responsabile: “Sono stato io, ma è solo un equivoco. Quelle parole non erano dirette a lei”. Il commento di Luca Dipresa sull'”eleganza” dell’assise comunale di Ceglie e la necessità di un cambio di passo

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Polemiche e irritazione a Ceglie per una frase offensiva pronunciata al microfono mentre in consiglio comunale interveniva Giusy Resta, rappresentante dell’opposizione. E’ stata la stessa consigliera comunale a denunciare sui social la grave offesa sessista chiedendo le dimissioni e le scuse pubbliche al collega di maggioranza, richiesta accompagnata da una presa di distanze da parte del sindaco Palmisano, presidente del consiglio comunale e degli altri rappresentanti di maggioranza.

Nel video registrato durante l’assise di martedì 28 gennaio si sente una voce che si sovrappone all’intervento di Giusy Resta, con riferimenti offensivi alla persona. Il post della consigliera, condiviso e diffuso da decine di follower, ha ricevuto in poco tempo centinaia di adesioni, praticamente tutti di solidarietà verso la esponente politica.

In serata il consigliere comunale Domenico Lacala si è attribuito la responsabilità della frase, ma ha chiarito che non era rivolta alla collega di opposizione ma che sarebbe stata una propria reazione ad una foto ricevuta sullo smartphone e registrata per un microfono lasciato attivo. Lacala ha spiegato che è tutto frutto di un equivoco, dicendosi dispiaciuto per la vicenda. Anche il sindaco Palmisano si dice sorpreso affermando di non dovere alcune scuse perché il caso non c’è.

La questione, però, si sposta in ogni caso sulla correttezza e sulla “eleganza” del consiglio comunale. Di seguito un commento di Luca Dipresa.

Si rimpiangono la Prima Repubblica e le figure di allora

di Luca Dipresa

 Abbiamo volutamente atteso prima di commentare l’accaduto che ha visto la consigliere comunale Giusy Resta al centro di un episodio deprecabile soprattutto perché, al di là delle versioni fornite, avvenuto nella Casa Comunale, la sede istituzionale che dovrebbe essere lo specchio di una comunità.

Abbiamo atteso che il sindaco Angelo Palmisano o il presidente del consiglio comunale Nicola Ricci porgessero le scuse alla conigliera Resta colpevole di svolgere il suo ruolo per il quale una larga fetta della popolazione l’ha voluta consigliere comunale.

Fare l’opposizione non sempre è facile ma quando questo ruolo viene interpretato e svolto con passione le va concesso l’onore delle armi. Diciamolo francamente e senza che nessuno se ne dolga più di tanto, questo è forse un consiglio comunale che non si farà molto ricordare.  Mai era accaduto che un consigliere comunale si lasciasse andare a commenti in diretta dimostrando come si mal sopporta, secondo quando denunciato dalla Resta, che un consigliere di opposizione possa esprimere e svolgere il proprio ruolo. Anche nel caso di reazioni diverse ed estranee ai lavori dell’Aula.

Chi scrive ha avuto l’onore di essere stato consigliere comunale. Sicuramente altri tempi, ma tra maggioranza ed opposizione c’era un rapporto istituzionale anche se non mancavano momenti di tensione. Sempre sui problemi e mai che si sia scesi a livelli, tra questi quelli comunque registrati nell’ultima assise cittadina. E fa specie se si tiene conto che il commento sia stato fatto da un esponente che in politica ha trascorso alcuni lustri e sa come ci si dovrebbe comportare. E fa ancora più specie che in ogni caso non ci sia stato il bon ton di porgere alla consigliere Giusy Resta le scuse.

Giusy Resta ha riproposto l’accaduto sulla sua pagina di Facebook ed i commenti, tanti, sono lo specchio di quale sia la considerazione che una cospicua fetta della città ha di questa compagine. La politica è qualcosa di serio e chi la fa deve ben interpretare il ruolo che svolge. La mancanza dei partiti, quelli di una volta, quelli della Prima Repubblica tanto per intenderci, erano, bene o male, una vera scuola e nei consigli comunali sedeva gente che dava lustro al proprio ruolo.

Anche con la maggioranza assoluta la DC non ha mai sbeffeggiato la minoranza. Tutt’altro. Le sedute dei consigli duravano ore, con un dibattito dove intervenivano tutti, dalla maggioranza e dall’opposizione. Ora non vogliamo fare i facili maestri ma diciamo solo, e lo speriamo, che quando tra poco si andranno a formare le liste si tenga conto del significato che ha svolgere il ruolo di consigliere comunale. Per una volta non pensiamo solo ai voti ma oltre a questi anche ad un minimo di competenze.

L’auspicio è quello che episodi del genere – equivoco o meno – non accadano più e che farebbe onore a tutti dimostrare vicinanza e solidarietà all’avvocata Giusy Resta,  “colpevole” solo di svolgere il suo ruolo e non sedere in consiglio per alzare la mano e basta.

Per intanto tutta la redazione dell’Idea la solidarietà all’avvocato Resta la esprime rammentandole che “il tempo è medicina e, alla fine, i conti tornano sempre”.

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