6 Aprile 2025

Grati a Fonseca, storico dell’Uomo

Il professor Cosimo Damiano Fonseca, scomparso il 10 marzo scorso (foto: italialibera.online)
Il professor Cosimo Damiano Fonseca, scomparso il 10 marzo scorso (foto: italialibera.online)

A un mese dalla morte dell’accademico dei Lincei, scomparso lo scorso 10 marzo nella sua Massafra all’età di 93 anni, Gaetano di Thiene Scatigna Minghetti, docente e storico, analizza nel ritornato “silenzio” il ruolo del medievista, figura centrale e innovativa per la cultura e la fede

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di Gaetano di Thiene Scatigna Minghetti

Ora che, finalmente, tutti gli stridori impattanti si sono acquietati; ora che tutti gli omaggi adulatori sono cessati, nel mentre tutti i primi della classe si sono ormai ritirati nelle seconde file, è tempo, questo, perché io possa esprimere il mio grazie all’Uomo, al Sacerdote, al Medievista che risponde al nome di Cosimo Damiano Fonseca (1932-2025). Un nome che sottende molteplici sfaccettature umane e culturali amalgamate nel suo status onnipervadente di ecclesiastico, mai corrivo, però, al bigottismo becero ed alle untuosità di un certo mondo religioso che ancora tarda a definitivamente tramontare nell’ambito della Chiesa: per il bene superno della Barca di Pietro e per la totale, completa, edificazione degli stessi Cattolici. 

Ma il solco dirimente, l’impronta più profonda, e, credo, incancellabile, lo storico Cosimo Damiano Fonseca, l’ha tracciata, scavandola con persistente pacatezza ed intelligente acribia nei saggi che recano la sua firma e negli interventi, di peso, e nei convegni italiani ed internazionali ai quali, senza jattanza alcuna ha fornito nerbo esperienziale, ma corroborato della sicurezza fornitagli dalla propria dottrina e sapere, frutto immarcescibile di lunghi anni di ricerche e di intuizioni sorprendenti e di sistematicità brillante, poi rese acquisizioni incontroverse nelle innumeri pubblicazioni saggistiche, che hanno aperto molteplici itinerari e persistenti lavori di scavo nell’animus autentico dei documenti stessi e nella pedagogia della loro analisi interpretativa per indagarli e renderli fruibili nella maniera più consona possibile al loro spirito ed alla loro essenza più intrinseca per introiettarne, a largo spettro, la lezione che da essi promana.

Cosimo Damiano Fonseca è stato un Magister in pienezza d’impegno ed un didatta accorto e molto sorvegliato e convincente nel suo ambito di ricerca, in quanto, amplissimamente, fornito di quel patrimonio di cultura, sodo e congruente, che rimarca la netta differenza tra lo studioso vero e tanti occasionali avventurieri della cattedra e della accademia.

Ora, Egli è un pensiero e un ricordo; un ricordo, sì, che durerà quanto durano gli eventi di cui l’Uomo è protagonista o comprimario tra le quinte teatriche delle strade del mondo: “l’espace d’un matin”. E me ne rammarico. Tanto! Perché, Cosimo Damiano Fonseca merita un ricordo grato e la dua diuturna azione di storico, sia della Chiesa che del Medio Evo che, ancora, della Civiltà rupestre, dovrebbe andare molto al di là della parossistica fuga degli animi e delle contingenze che, nelle menti e negli animi sono ognora sottese ed albergano.

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