30 Gennaio 2025

In Consiglio come al bar. “Così non va”

Il tavolo dell'amministrazione comunale in Consiglio comunale
Una seduta del Consiglio comunale di Ceglie Messapica

Nonostante le motivazioni fornite dal rappresentante di maggioranza Lacala, non si placano le polemiche per le offese denunciate dalla consigliera Resta. L’opposizione lamenta il clima all’interno dell’assise comunale di Ceglie: “Dal sindaco ci saremmo aspettati ben altro atteggiamento”. Sui social i commenti infastiditi e preoccupati di chi chiede “eleganza” agli esponenti politici

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di Luca Dipresa

 Non è destinata a chiudersi la vicenda di sessismo registratasi nel corso della seduta del consiglio comunale di ieri l’altro, protagonista suo malgrado il consigliere comunale Giusy Resta.

Come noto, nel corso di un suo intervento il consigliere comunale Lacala con il microfono aperto si è lasciato sfuggire la frase “quand si brut…”. Frase che lo stesso, dopo tutta la bagarre scatenatasi sui social in seguito alla pubblicazione da parte di Resta del momento incriminato, ha voluto giustificare, sempre sui social, affermando che “la mia imprecazione era riconducibile ad una conversazione privata e che nulla aveva a che vedere con i lavori del consiglio”.

Giustificazione che, visti i commenti, lascia molte perplessità. L’aver voluto mantenere aperto il suo microfono gli è costato caro. Questo anche dopo che – afferma chi ha seguito la seduta – la collega di banco glielo avrebbe fatto presente e lui avrebbe risposto che voleva che fosse aperto per tutta la seduta. Già i fuori onda, come le cronache ci confermano, sono un problema, figurarsi quando si è in diretta. Visto che la frittata era fatta, sarebbe stato più logico, forse, che ci fosse stato subito un commento di scuse additando il tutto magari a stanchezza o altro. Sono cambiati i tempi, come scrivevamo ieri, ma va recuperato un minimo di “eleganza istituzionale”.

Al silenzio del sindaco, del presidente del consiglio comunale soprattutto visto che dirigeva i lavori ed il commento lo avrà ascoltato pure lui e quello dei consiglieri di maggioranza risponde l’opposizione. Il tutto a dimostrazione soprattutto come nel centrodestra difficilmente è prevedibile un’alleanza tra Forza Italia, Lega e Angelo Palmisano.

Da capire Fratelli d’Italia, il partito sì del sindaco ma soprattutto del segretario provinciale Luigi Caroli che, è notorio, non ha più alcun rapporto con il suo ex vice sindaco. Gianfreda Per Forza Italia e Santoro per la Lega hanno da tempo detto a chiare lettere che mai ci sarà un accordo con Angelo Palmisano e che parlano solo con Caroli. Insomma una situazione che prima o poi il partito meloniano dovrà chiarire ricordando che l’anno prossimo in primavera si torna alle urne per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale.

Ma restiamo al ”fatto”. In una nota Santoro e Gianfreda affermano con rammarico “che il Sindaco Palmisano anziché prendere una posizione di distacco sia dal suo consigliere di maggioranza che dalla pietosa imprecazione offensiva, giustifica, sul proprio profilo social, l’accaduto sminuendo addirittura il destinatario (sempre donna) alla quale è riferita la frase sessista”. Ed aggiungono: “Ci saremmo aspettati una netta presa di posizione dal Sindaco Palmisano, espressione di Fratelli D’Italia! A tal proposito ci piacerebbe conoscere la posizione del consigliere regionale di fratelli d’Italia Caroli Luigi, del coordinatore regionale on. Gemmato Marcello e anche della stessa presidente del Consiglio on. Meloni Giorgia che da sempre tutela e difende il rispetto ed il valore verso la donna. Noi auspichiamo da sempre e sin dalle prossime tornate elettorali un centro destra unito ma se non condividiamo i necessari e basilari valori umani e morali che consolidano un rapporto duraturo non possiamo assolutamente condividere alcun percorso politico”.

Anche la consigliere comunale Isa Vitale ha voluto far sentire la sua voce anch’essa con una nota nella quale tra le altre cose si legge: “Il consigliere in questione e il Sindaco hanno cercato di porre rimedio all’accaduto ma un’uscita del genere, intollerabile anche al bar, non deve rimanere impunita, perché ci rimanda indietro di dieci passi alla volta. Il consigliere Lacala può anche a suo modo aver chiesto scusa ma ciò non basta. Perché, se si afferma una cosa simile in un contesto istituzionale, significa che molto probabilmente è insita nel proprio modo di pensare. Certo un comunicato stampa o una presa di posizione non andrà certamente a scalfire la maggioranza che come al solito ha fatto quadrato intorno a sé, ma è doveroso prendere le distanze da questi comportamenti, e lasciatemelo dire, reiterati nel Consiglio Comunale. Risatine, battute, offese devono restare fuori da questi contesti. Ma sono all’ordine del giorno e non c’entrano le appartenenze politiche, in questi casi è una questione di persone e di mentalità. Poiché leggo e ascolto ogni giorno lezioni per eliminare e correggere le violenze di genere, vorrei che queste si trasformassero in azioni concrete anche da parte di chi le professa”. Infine, da indiscrezioni, pare che le opposizioni starebbero preparando una mozione di sfiducia non solo del consigliere in questione ma anche del presidente del consiglio comunale che lo riterrebbero “inadatto”.

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