15 Gennaio 2025

L’Orologio, simbolo senza tempo

La Torre dell'Orologio in piazza Plebiscito a Ceglie. Dopo due anni è tornato a segnare l'"ora esatta"
La Torre dell'Orologio in piazza Plebiscito a Ceglie. Dopo due anni è tornata a indicare l'"ora esatta"

La storia della Torre civica di Ceglie e di quella in piazza Vecchia (distrutta), della trascuratezza e delle campane che meriterebbero di stare in museo. Dopo la beffa di Capodanno, quadranti tornati in orario con un ritardo di due anni

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di Francesco Moro

Il principale strumento per la misurazione del tempo a Ceglie è la Torre dell’Orologio sita in Piazza Plebiscito ed eretta sul finire dell’Ottocento.

L’Orologio spento l’ultima notte del 2024: indicava quasi 45 minuti in più rispetto all’ora reale

Questo strumento di misura che segna il trascorrere del tempo attraverso i suoi quattro quadranti e il rintocco delle campane, può essere considerato, vista la sua posizione nella centrale Piazza Plebiscito, insieme alla torre del Castello, impalcata da ormai troppi anni, uno dei simboli della città. 

Un orologio spento ha accompagnato il passaggio dal 2024 al 2025, non segnando quindi con i suoi rintocchi il passaggio al nuovo anno, ma questo ha permesso almeno alla sua riaccensione di riallinearlo all’ora italiana. Ci eravamo abituati per troppi mesi e forse anche illusi da cegliesi frequentatori della nostra piazza di avere il nostro fuso orario, e come non dimenticare il periodo in cui i quadranti segnavano addirittura quattro ore diverse. Forse ci vorrebbe maggiore attenzione nella gestione e manutenzione di questo importante simbolo.

Ma passiamo quindi alla storia della Torre civica dell’Orologio.

Piazza Plebiscito vista dalla Torre dell’Orologio

Torre civica dell’Orologio

L’idea di costruire una torre di un orologio in Piazza Plebiscito nasce intorno al 1890, infatti proprio a quel periodo risalgono le prime deliberazioni del Consiglio Comunale in merito, in particolare nella seduta pubblica del 3 marzo 1890 su indicazione del sig. Greco Giacomo, relatore del progetto per l’impianto del pubblico orologio …. la cui necessità e incontestabile, il Consiglio procedeva all’approvazione del relativo progetto d’arte rilevato dall’Ingegnere Sig. Chirulli approvando il progetto di massima e nominando una commissione composta dai sig. Lodedo Cav. Angelo, Vitale Eligio, Greco Giacomo, Dottor Lagamba Giuseppe e Chirico Nicola, per studiare il punto che offre la maggiore economia per il Comune, maggior comodo ai cittadini, conservando in pari tempo la figura più regolare della piazza.

Di lì a pochi giorni La Gazzetta delle Puglie nell’edizione dell’8 marzo 1890 con un articolo del corrispondente Messapo dava conto della decisione del Consiglio e riportava con maggiore dettaglio i motivi che c’erano dietro l’istituzione della commissione.

da Da Ceglie Messapica

5 marzo 1890

Ceglie, città gloriosa per vetuste memorie, è stata quella, che, più delle altre sue consorelle, è rimasta indietro nella civiltà e nel progresso dei tempi moderni. Ciò, forse, appunto perché troppo attaccata alle tradizioni del passato, forse per la fierezza dell’indole di questi abitanti, che non vogliono inchinare alle mollezze del lusso; ma, da questo, dell’indifferentismo di vivere anche facendo a meno delle cose più necessarie e più utili alla vita, ci corre, e ci corre di molto.

Figuratevi che la città manca ancora di un pubblico macello, di locali igienici per le scuole, di tante altre cose (che per ora restano nella penna) e manca perfino (non lo indovinereste in mille, tanto e cosa incredibile), manca perfino di un pubblico orologio.

[…]

L’amministrazione comunale di Ceglie, adunque, che mostra la buona intenzione di voler rifare da cima a fondo il paese, ha principato il suo lavoro di ardite iniziative col progetto di impianto d’un orologio pubblico in piazza.

La Torre dell’Orologio agli inizi del Novecento (Foto Campanella)

Il progetto medesimo è già stato disegnato dal nostro carissimo amico ingegnere Paolo Chirulli. Anzi si è fatto qualche cosa di più. Siccome è nata divergenza fra gli amministratori comunali sul punto dove far sorgere la torretta per l’orologio, gli amministratori medesimi hanno nominata una Commissione speciale incaricata di riferire in proposito.

A parte se la Commissione sopradetta sia competente o no di poter decidere in merito alla questione; a parte il fatto cha non possiamo concepire come si sia già potuto abbozzare un progetto di torre senza prima a stabilire il luogo dove farlo sorgere, e come e quello eseguito dall’ingegnere Chirulli sia tale da potersi, senza disarmonia di spazio e di altezza, di carattere e di estetica, innalzarsi in un punto qualunque, più che in un punto prestabilito della piazza; a parte tutto; noi domandiamo solamente come e perché mai siano nate tali divergenze, non credendo possibile che non vi i sia cieco a Ceglie non profano di ogni cultura artistica, che non vegga e non affermi che dovendo sorgere una torre, un obelisco, una colonna, una guglia, quel che volete voi, per piantarvi sopra l’orologio, il punto più adatto e più naturale sia il centro della piazza.

Invece, molti, vorrebbero che sorgesse a un lato di essa, altri a un angolo. Bisogna essere proprio angolosi ed eccentrici come a Ceglie, per farsi nascere di tali pensieri.

Se avete scelta la piazza per mettervi l’orologio, perché essa è il centro della città, perché non fermarsi poi al centro della piazza per ragione di euritmia e di concentricità?

Ragioni di arte e di estetica si potrebbero addurre a dovizia, per dimostrare che nella piazza di Ceglie, il solo centro, è quello che può compatire l’edificamento di una torretta purchessia; e noi le adduremmo con quella competenza che tutti possono riconoscerci, ma che non ci è permesso di fare, per non scrivere un trattato, e per non togliere alla presente la veste di modestissima corrispondenza; non solo, ma anche perché siamo pienamente convinti che davvero non c’è, ne puo esserci buon Cegliese, che non desideri, in cuor suo, che la torre sorga proprio nel punto da noi propugnato.

O dunque? Dunque se si oppugna che essa sorga nel centro della piazza, è per tutt’altre ragioni; è per non togliere alla nostra piazza dodici metri quadrati di terreno, tanti, quanti ce ne vorrebbero per la base della torretta. Dodici metri quadrati di terreno tolti alla nostra piazza verrebbero infatti a restringere, in qualche modo, il bel quadrato di cui essa è formata. Non solo, e poi le fondamenta della torre, nel centro della piazza, dovendo essere portate a grandi profondità, costerebbero molto, il che non si potrebbe conciliare colle ristrettezze dei bilancio comunale.

Come si vede questa è una buona ragione …. anzi ce n’è un’altra. Coloro che vorrebbero veder sorgere la torretta dell’orologio a un angolo della piazza, dicono che di qui a 100, a 200, a 1000 altri anni, allargandosi la piazza, la torretta coll’orologio verrà allora a trovarsi nel centro.

Ma, benedetto buon senso, non ci è proprio modo di scongiurare gl’inconvenienti, nel tempo stesso, conciliare ogni plausibile ragione di arte e finanche di …. economia?

Ma c’è assolutamente bisogno di farla di pietra questa torre? Innalzare tutto un fabbricato per la povertà e miseria di un orologio? Il cappello di pulcinella in testa a Michelangelo Buonarroti. Son cose da ridere.

Per noi, invece, sarebbe molto più semplice, e perciò più serio, più elegante, e perciò più estetico, se la torretta, anziché di pietra fosse di ferro. Ne abbiamo viste tante, in tante piazze di tante città; o perché a Ceglie si dovrebbe fare diversamente.

Ne per questo ci sarebbe bisogno di far venire apposta Eiffel da Parigi!

D’altronde, non volete la torre! Ebbene c’è un altro modo come poter piantare lì, nel centro della piazza, l’orologio, senza occupare spazio, cioè, costruendo un arco, puro di ferro, un arco aereo, semplicissimo, e nel centro di esso mettere l’orologio.

Sia l’arco, o sia la torre poi, se di ferro, sarebbero trasportabili da qui a 100, a 1000 aitri anni in qual punto della città o della piazza, che al nostri nepoti farà più comodo, se pure, questi, non saranno, come abbiamo motivo di credere, più fortunati di noi, si da trovarsi in condizioni economiche tali, da abbattere e rifare il nostro orologio non solo, ma tutta, di sana pianta, la nostra piazza, per non dire la nostra città.

Messapo

Come si può leggere nell’articolo quindi in città non c’era solo discordanza sul luogo dove collocare la Torre, ma ci si preoccupava anche delle fondamenta delle stessa, dell’occupazione del suolo pubblico della piazza, ed infine sulle tecniche costruttive, quindi il dilemma costruirla in muratura o in metallo come una piccola Torre Eiffel.

Il consiglio tornò a riunirsi sul tema anche in altre sedute, già l’8 marzo stesso la commissione comunale che malgrado un accuratissimo esame praticato non riuscendo a individuare altri punti confermava quanto progettato dall’Ingegnere Chirulli modificando solo un punto del capitolato, questione non chiusa quella della posizione della torre tant’è che ancora una volta nel 1892 il consiglio riaffrontava il problema ribadendo che la collocazione della torre, visti anche i risultati dei saggi di scavo per le fondamenta doveva essere quella del progetto iniziale. 

Il consesso inoltre si è riunito per incaricare la giunta comunale di trattare con i proprietari dei suoli dove sarebbe nata la torre, quindi con le famiglie di Domenico Gianfreda e gli eredi di Nicola Agostinelli. Ha individuato le poste in bilancio per la costruzione dell’orologio impegnando inizialmente lire 3000, provenienti dalla vendita dei locali delle vecchie caserme mandamentali a Francesco Allegretti, dagli introiti della vendita della legna della Difesa Comunale Ulmo e dalla vendita dei locali delle ex carceri nella Piazza Vecchia a Giovanni Milone.

Pubblicità su periodico d’epoca della ditta P. Granaglia & C.

Poi il 26 marzo 1892 il Consiglio Comunale si riunì per l’approvazione dell’acquisto del macchinario del pubblico orologio determinando il quadro economico e incaricando il sindaco di stipulare apposito contratto con la ditta P. Granaglia & C. di Torino. Leggendo il deliberato del consiglio è possibile conoscere le varie caratteristiche tecniche dell’orologio e del meccanismo che si decise di acquistare. Si legge che l’orologio doveva suonare al passare dei quarti e delle ore, che le due campane in bronzo, avevano un peso di 150 kg (campana delle ore) e 70 kg (campana per i quarti). La carica dell’orologio durava 30 ore e i pesi scorrevano per un’altezza di 12 metri. I quadranti furono acquisiti in cristallo smerigliato. L’intera strumentazione ebbe un costo di lire 2521,50.

Il 29 aprile 1893 in una corrispondenza del Corriere Meridionale si dava atto dello stato di avanzamento dei lavori di costruzione della torre e il cronista riferiva che essa si va innalzando bella, gigante e maestosa in Piazza Plebiscito. Tra un mese sarà finita.

L’ingegner Chirulli percepì invece lire 497. Il Consiglio deliberò inoltre la liquidazione di altre 650.80 lire per forniture e lavori svolti da ditte cegliesi.

Le opere in muratura secondo quanto approvato con delibera del Consiglio Comunale del 12 dicembre 1893 ad oggetto: “Approvazione misura finale lavori torre pubblico orologio” costarono lire 6276,34. I lavori furono eseguiti dall’impresa Pietro Santo Gioia di Rocco, la pietra per la costruzione della torre prelevata dalla cava Alberizzito (sic) mente quelli per le parti decorative dalla Cava Cisternino.

Il collaudatore dell’intera opera fu l’ingegner Muller Edoardo di Taranto (costo della perizia lire 213,50)

In fin dei conti la costruzione dell’intera torre costò circa 10500 lire.

Il progetto di Chirulli, ultimato nel 1893, come riportato anche sulla porta dell’orologio portò alla costruzione di una torre di forma quadrangolare che si sviluppa su tre livelli per un’altezza di circa 12 metri. Le facciate di aspetto neoclassico sono arricchite da decorazioni che alternano forme geometriche e motivi floreali. Al primo livello nella facciata principale è presente la porta d’accesso mentre sulle altre facciate sono presenti delle false porte, ogni porta è sormontata da un rosone circolare. Al secondo livello è presente un balcone che circonda la torre, su ogni facciata è realizzata una porta. Nella parte superiore sono posti i quattro quadranti degli orologi. La torre è sormontata dalle due campane e dalla banderuola dei venti. L’interno della torre è cavo, ospita la scala a chiocciola che permette di spostarsi tra i vari livelli. Al livello dei quadranti è realizzato un soppalco in legno dove sono collocati parte dei macchinari che fanno attualmente funzionare l’orologio.

Sezioni e pianta della Torre dell’Orologio di Ceglie Messapica tratti dal Blog Ahi Ceglie e pubblicate in Disegnare il tempo e l’armonia. Il disegno di architettura osservatorio nell’universo. Convegno internazionale AED. A cura di: E. Mandelli – G. Lavoratti

Il Comune di Ceglie ha per decenni avuto all’interno della sua pianta organica dipendenti che si occupavano a vario titolo della manutenzione ordinaria dell’orologio e della sua regolazione, esistono infatti fino agli anni 40 del ‘900 atti di gratificazione disposti dall’Amministrazione Comunale nei confronti di questo personale.

La Torre nei suoi 131 anni di storia è stata interessata da vari interventi di manutenzione, e forse sarebbe arrivata l’ora di procedere a nuovo intervento di questo tipo, viste soprattutto la condizione degli interni.

L’ultimo intervento di manutenzione corposo, che ha coinvolto anche la parte muraria, risale al 2012, quando le campane e la banderuola dei venti caddero a causa delle forti raffiche di vento, si è proceduto quindi al ripristino dei danni subiti dalla muratura e a sostituire una delle due campane in quanto nella caduta una risultò danneggiata. La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto prescrisse al Comune la musealizzazione della campana danneggiata, non sappiamo però che fine abbia fatto e purtroppo non si è mai data conseguenza a tale prescrizione e agli impegni assunti dall’Amministrazione Comunali riportati in un comunicato stampa del 7 giugno 2012.

Nella foto tratta dal blog Cronache e Cronachette, le campane cadute nel 2012 a causa del vento

I cittadini di Ceglie sono da sempre legati alla torre che segna lo scandire del tempo della Città, il suono delle sue campane è un elemento caratterizzante e le occasioni che hanno visto l’orologio fermarsi sono state sempre riprese dai cittadini, esistono infatti vari articoli che hanno riportato le doglianze dei cittadini in merito o che in vari momenti storici hanno rimarcato l’attaccatura della città al suo simbolo, anche questo articolo vuole continuare su questo solco ed per questo è che inserito quel richiamo alla puntualità dell’orario nell’introduzione.

Quello impiantato in Piazza Plebiscito non è il primo orologio installato in città.

Sono stati presenti nel corso dei secoli all’interno dell’abitato anche altri strumenti di misurazione del tempo pubblici, tra i più importanti bisogna ricordare l’orologio della Piazza Vecchia e la meridiana di via Maddalena, oltre questi poi se ne possono segnalare altri come l’orologio su colonna, progettato sempre da l’ingegnere Chirulli, posto un tempo in Largo Osanna, e l’orologio ancora istallato presso il plesso scolastico di Via Francavilla.

L’orologio della Piazza Vecchia

L’orologio della piazza Vecchia, anticamente orologio con meridiana, e di cui ci rimangono alcune foto tra cui quella riportata in una cartolina anni ‘20, edizione Campanella, fu poi abbattuto senza alcuna ragione apparente e senza che fosse lasciata traccia  sul finire della prima metà del secolo scorso (non si conosce neanche l’anno preciso dell’abbattimento).

Cartolina di inizio ‘900 della Piazza Vecchia

La presenza è riscontrabile anche nel catasto murattiano: Largo piazza Vecchia civici 17, 18 e 19 part. 805, casa a uso prigioni mandamentali che si estende sul 801 con torre dell’orologio.

Esiste almeno una delibera del decurionatocittadino in merito al restauro di questa torre, il 16 marzo 1809 si deliberava l’Approvazione dei lavori circa la riparazioni dell’orologio comunale.

L’orologio della Piazza Vecchia, per impianto era simile ad altri orologi presente nei paesi limitrofi, era un orologio a singolo quadrante posto su una piccola torretta lineare sormontata da un arco in cui era posta una piccola campana, gli unici elementi decorativi erano le volute che impostavano il campanile. Da segnalare anche la presenza sulla facciata sotto il quadrante in muratura di un affresco raffigurante Maria SS. Assunta al centro tra i Santi, Antonio da Padova e Rocco, rispettivamente la titolare della Collegiata di Ceglie, il patrono e il compatrono della città.

Ricostruzione 3D dell’Orologio della Piazza Vecchia

Di questo orologio, di cui non resta alcuna traccia o segno nella città, ho realizzato grazie alla cartolina degli anni ‘20 una ricostruzione 3D che è a disposizione dell’amministrazione qualora intenda magari realizzare, ad esempio, della cartellonistica che ricordi la presenza di questa struttura.

Mi corre inoltre l’obbligo ricordare che da piccolo frequentatore della biblioteca comunale, nei tempi in cui era ospitata nei locali di Palazzo Allegretti, era presente all’interno delle sue stanze un vecchio ed impolverato meccanismo di un orologio pubblico. Non so poi che fine abbia fatto tutta questa strumentazione, sicuramente appartenente alla civica amministrazione, sta di fatto che dopo il trasferimento della biblioteca e della pinacoteca all’interno del Castello ho perso le tracce di questa strumentazione e spero solamente che non sia stata buttata.

Una meridiana “orologgio” di Via Maddalena

Nelle strade del centro storico di Ceglie ha campeggiato per alcuni secoli anche una meridiana posta in via Maddalena, su questa meridiana scrisse alcuni anni fa Pasquale Elia.

“Per fare spazio alla costruzione del nuovo Tempio (l’attuale Chiesa Matrice), progettato dall’Arch. Don Giambattista Broggia della Città di Napoli, fu abbattuto – scrive il cronista domenicano -…un orologio (a meridiana, fatto costruire, intorno al 1568, da Giovanni Giacomo Sanseverino, IV conte di Saponara), “…..posto a ponente, nell’orto di proprietà della stessa Chiesa Matrice e l’Arco della Madonna della Grazia, posto a leuante….” L’Arco della Madonna della Grazia quindi si trovava alle spalle dell’attuale edificio, mentre l’orologio a meridiana doveva trovarsi, all’incirca, dove ora insiste la facciata principale della chiesa, ossia proprio di fronte all’ingresso del castello.”

SAST – Sistema Archivi Storici Territoriali – Regione Puglia – “Cese sotto la Poteca Nisco, Nannavecchia” – pianta 95r – Platea seu Campione di tutti li beni stabili di campagna. Annui canoni sopra le case, e case proprie possiede il Venerabile Convento di San Domenico della Terra di Ceglie sotto il titolo di San Giovanni Evangelista […] costrutta, misurata e poste in pianta da Pietro di Summa di Francavilla. A.D. MDCCXXXXIV. 1744″

Alla fine di questo articolo sulla misurazione del tempo nella nostra città non si può far altro che constatare come la storia si ripeta, e come alcune delle parole del cronista Messapo del 1890 siano tutt’oggi attuali.

Due dei tre strumenti descritti in questo articolo sono stati distrutti, come tanti altri pezzi della storia cittadina, il più antico anche forse con una certa logica per far posto al nuovo, la chiesa più grande e moderna, il secondo forse semplicemente perché ci si era stancati di vederlo, forse perché era anch’esso presumibilmente “pericolante” come la chiesa dei Cappuccini, non lo sapremo forse mai, ma sta di fatto che chi ci ha preceduto ha cancellato dall’oggi al domani dei pezzi di storia.

Oggi invece, sempre se qualche mente non abbia preso la decisione in maniera ingiustificata e irresponsabile di buttare ciò che non andava buttato, si è ancora in tempo per recuperare alcuni pezzi di questa storia, è quindi forse giunta l’ora di musealizzare quella campana caduta nel 2012 e recuperare quei meccanismi dell’orologio, prima nascosti in mezzo ai libri, oggi caduti in qualche dimenticatoio. La civica amministrazione possiede tanti luoghi chiusi che potrebbero ospitare questi beni e raccontare anche questa storia.

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